Kitchen

Kitchen

Autore BANANA YOSHIMOTO

Casa editrice Feltrinelli, 2002

Pagine 150

La valutazione del Circolo

Che emozione ci ha lasciato il libro?

In collaborazione con Circolo di lettura sezione soci Coop Sesto Fiorentino - Calenzano

I Circoli di lettura sono una comunità di lettori che si ritrovano, una volta al mese, per scambiarsi opinioni e sensazioni su un libro la cui lettura, individuale, è stata decisa di comune accordo.

Trama

Mikage, rimasta orfana dei genitori e sola al mondo in seguito alla morte della nonna, riesce a sentirsi in pace con sé stessa solo all’interno della sua cucina e Yuichi, amico della nonna, rendendosi conto della sua solitudine, le propone di trasferirsi momentaneamente a casa sua. Mikage accetta volentieri l’invito e riesce a ritrovare quel nucleo familiare che aveva perduto.

La persona che ammira di più in questo momento è Eriko, madre di Yuichi, che in realtà si scoprirà essere il padre di quest’ultimo (l’uomo decise, infatti, di diventare una donna dopo la morte della moglie per prendersi cura ed educare al meglio suo figlio).

Anche nella casa dell’amico la cucina sarà sempre il suo luogo preferito. Tutto scorre serenamente, Mikage è finalmente di nuovo tranquilla finché un giorno non le suona il telefono: Eriko è morta, brutalmente uccisa da uno squilibrato. E qui la sua vita piomberà nuovamente in un fosso. Riuscirà a rialzarsi ancora una volta?.

La citazione degna di nota

“Non c’è posto al mondo che io ami più della cucina.
Non importa dove si trova, com’è fatta: purché sia una cucina, un posto dove si fa da mangiare, io sto bene. Se possibile le preferisco funzionali e vissute. Magari con tantissimi strofinacci asciutti e puliti e le piastrelle bianche che scintillano.
Anche le cucine incredibilmente sporche mi piacciono da morire.
Mi piacciono col pavimento disseminato di pezzettini di verdura, così sporche che la suola delle pantofole diventa subito nera, e grandi, di una grandezza esagerata. Con un frigo enorme pieno di provviste che basterebbero tranquillamente per un intero inverno, un frigo imponente, al cui grande sportello metallico potermi appoggiare. E se per caso alzo gli occhi dal fornello schizzato di grasso o dai coltelli un po’ arrugginiti, fuori le stelle che splendono tristi.
Siamo rimaste solo io e la cucina. Mi sembra un po’ meglio che pensare che sono rimasta proprio sola.”

Le nostre riflessioni

La protagonista ha perso tutte le persone a lei più care. Il mondo le si presenta come un luogo dai posti tutti occupati, per lei non c’è spazio. L’unico rifugio che la protegge è la cucina perché stanze e oggetti diventano l’estensione di chi vi ha abitato, perché tutte le cucine di tutte le case sono il cuore pulsante della vita di una famiglia: in cucina si condivide, si litiga, si accoglie, si consola.

La solitudine di Mikage provocata dalla scomparsa di una persona incontra quella dei Tanabe, strettamente legate all’accettazione di sé e degli altri e l’accoglienza della famiglia Tanabe ci mostra come possono essere sinceri e profondi tutti quei legami formati per scelta e fondati dalle sole esperienze comuni e come Eriko e Yuichi Tanabe siano così diversi quanto indispensabili l’uno per l’altra. La dolcezza con la quale viene raccontato il legame tra Yuichi e Mikage per noi rappresenta una speranza e anche una via per la guarigione.

Le parole chiave del libro

Solitudine

morte

legami

famiglia

cibo

sentimenti

ricordi

amicizia

amore