Home Blog Letture in Circolo Il sogno della macchina da cucire
Il sogno della macchina da cucire

Il sogno della macchina da cucire

Autore Bianca Pitzorno

Casa editrice Bompiani, 2018

Pagine 240

La valutazione del Circolo

Che emozione ci ha lasciato il libro?

In collaborazione con Circolo di lettura sezione soci Coop Pisa

I Circoli di lettura sono una comunità di lettori che si ritrovano, una volta al mese, per scambiarsi opinioni e sensazioni su un libro la cui lettura, individuale, è stata decisa di comune accordo.

Trama

Non bisogna lasciarsi ingannare dalla copertina, questa non è semplicemente la storia di una “sartina” che vive nell’Italia dei primi del Novecento. Bianca Pitzorno ci racconta il percorso di formazione di una anonima ragazza che, grazie all’amore e agli insegnamenti di sua nonna, impara un mestiere e, anche grazie ad esso, fa delle scelte di vita dignitose che la rendono una persona indipendente e consapevole del proprio valore.

I personaggi

La nonna, che dopo una mortale ondata di colera, resta sola con la sua nipotina: rinuncia all’opportunità di lavorare come inserviente da padroni che le sono affezionati, per tutelare la piccola sia dal rischio di subire abusi domestici, ma anche di finire nel malfamato orfanotrofio; così la nonna si lancia da pioniera imprenditrice nel lavoro di cucito, in cui è abilissima e che trasmette rapidamente anche alla bambina.

Guido, erede di una ricca famiglia, s’innamora della nostra sartina, riamato dalla stessa dapprima con timore, pian piano con più fiducia. Ma l’arcigna nonna di lui, contrariata dalle umili origini della ragazza, ne ostacola il matrimonio dapprima con una proposta indecente: le propone di entrare in casa loro in veste di domestica e diventare l’amante di Guido. Dopo il netto e orgoglioso rifiuto della sartina, la vecchia nobile passa allo strumento della calunnia, accusandola di aver rubato un gioiello di famiglia, anello che invece Guido le ha donato come pegno di fidanzamento.

Le sorelle Provera, figlie di un avarissimo avvocato: grazie alla zia Gemma (e ovviamente alla nostra sartina!), confezionano in casa splendidi vestiti con stoffe pregiate che si procurano tramite un contrabbandiere. Sono ignare vittime di uno scandalo quando alla festa di accoglienza della Regina, di fronte alla crema della società locale, gli uomini (cardinale compreso) riconoscono, nelle stoffe dei loro vestiti, la tappezzeria di un famoso bordello.

La signorina Ester, presso la famiglia della quale la protagonista lavora insieme alla nonna, e cresce, anche attraverso i libri che le vengono prestati volentieri: malgrado la differenza di classe, il loro è un bel rapporto di amicizia e solidarietà femminile. Tuttavia lo sfortunato matrimonio di Ester rappresenta un trauma per la sartina, che inizialmente si nega l’amore per paura di essere tradita.

Alta figura amica è la giornalista americana, vittima di una relazione sentimentale malsana, malgrado la sua indipendenza e istruzione: lascia alla sartina un vitalizio che, insieme alla casa donatale dalla buona Quirica (domestica nella casa di Guido) le permetteranno di mantenere la famiglia che viene a crearsi intorno a lei, con la piccola orfanella adottata e il figlio concepito da Guido, prima della sua tragica morte.

La citazione degna di nota

Sei giovane, e ti può capitare di innamorarti. Ma non permettere mai che un uomo ti manchi di rispetto, che ti impedisca di fare quello che ti sembra giusto e necessario, quello che ti piace. La vita è tua, tua, ricordalo. Non hai alcun dovere se non verso te stessa. (p.113)

 

Volevo passeggiare sulla spiaggia contemplando l’orizzonte, come avevo visto in un quadro, raccogliendo conchiglie e sognando mentre i voli dei gabbiani rigavano il cielo. Sognando cosa? Chi? Sognare era molto pericoloso, lo sapevo, non me lo potevo permettere. E poi, già soltanto veder il mare non era la realizzazione di un sogno? (p.137)

Le nostre riflessioni

Un libro che parla dell’amore in tutte le sue sfumature: quello tra nonna e nipote, i sentimenti per Guido, l’affetto per l’orfanella, ma anche l’amore per il proprio lavoro e per la lettura. Per alcuni di noi, nella scrittura di questo romanzo per adulti, è stato bello riconoscere l’amata autrice letta nell’infanzia.
Altri invece hanno ricordato i racconti delle proprie nonne su quel mondo pre- industrializzato fatto di povertà ma anche indipendenza, perché lavorare con le mani era uno strumento di sopravvivenza: quel mondo dove tutto ciò che s’indossava veniva confezionato a mano, perché non si trovava già pronto nei negozi e non si buttava via nulla perché tutto veniva riadattato, rivoltato, riciclato.
Consideriamo inoltre un valore aggiunto, da parte della Pitzorno, la dedica di quest’opera alle odierne operaie del terzo mondo, in cui si sottolinea che il loro sfruttamento oltre a essere disumano, è completamente incompatibile con la dignità e la bellezza dell’arte del cucito.

Lo consigliamo a...

Alle donne ma anche a tutte le persone che conoscono l’amore, le privazioni e la libertà di scegliere.

Le parole chiave del libro

Amore

dignità

artigianato

libertà