Trama
Siamo a Napoli in piena età fascista e al celebre teatro San Carlo, il grande tenore Arnaldo Vezzi, dal talento infinito, certo dell’amore del pubblico, della devozione delle donne e dell’amicizia dei potenti, è stato trovato morto nel proprio camerino prima di entrare in scena. Ed è qui che troviamo coinvolto nella sua prima indagine, il Commissario Ricciardi, insofferente alle gerarchie, taciturno ma con la capacità di vedere coloro che sono deceduti per morte violenta nel loro ultimo momento. Caratteristica che porta le indagini a seguire un doppio percorso: uno basato su indizi e interrogatori, l’altro sul comprendere la visione. Ma questa ‘dono’, che spesso lo aiuta nella risoluzione dei casi, a volte può rivelarsi anche fuorviante…
La citazione degna di nota
La verità non è quella che sembra, a volte. Anzi non lo è quasi mai. E’ un po’ come la strana luce di questi lampioni, illumina una volta qua ed una volta là. Mai tutto insieme. Allora lo si deve immaginare quello che non si vede. Lo si deve intuire da una parola detta o non detta, un’orma, un’impronta
Le nostre riflessioni
In una città piena di gente, il protagonista di questa storia è assediato dalla voce e dalla vista di persone raggiunte troppo presto dalla morte, violenta e inaspettata. Ogni vicolo, ogni angolo e ogni strada della città, per lui rappresentano un ripetersi delle medesime scene: l’ultimo respiro, l’ultimo messaggio, la sofferenza e la fine; un “Fatto” che lo perseguita da sempre e che non può condividere con nessuno. Un poliziotto d’altri tempi, che scava fra le miserie dell’animo umano e che deve vivere con la consapevolezza di essere l’ingranaggio di una macchina dal funzionamento impeccabile utilizzata da un regime autoritario. Peccato però che lui, alla ligia obbedienza prediliga una libertà d’azione alternativa, più eccentrica ma anche più efficace che ovviamente abbiamo apprezzato molto.
Le parole chiave del libro
Giallo
mistero
omicidio
indagine
sentimenti
Napoli
solitudine
visioni