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Il racconto dell'ancella

Il racconto dell’ancella

Autore Margaret Atwood

Casa editrice Ponte alle Grazie, 2019

Pagine 400

La valutazione del Circolo

Che emozione ci ha lasciato il libro?

In collaborazione con Circolo di lettura sezione soci Castelfiorentino

I Circoli di lettura sono una comunità di lettori che si ritrovano, una volta al mese, per scambiarsi opinioni e sensazioni su un libro la cui lettura, individuale, è stata decisa di comune accordo.

Trama

In un mondo devastato dalle radiazioni atomiche, gli Stati Uniti sono divenuti uno Stato totalitario, basato sul controllo del corpo femminile. Difred, la donna che appartiene a Fred, ha solo un compito nella neonata Repubblica di Galaad: garantire una discendenza alla élite dominante. Il regime monoteocratico di questa società del futuro, infatti, è fondato sullo sfruttamento delle cosiddette ancelle, le uniche donne che dopo la catastrofe sono ancora in grado di procreare. Ma anche lo Stato più repressivo non riesce a schiacciare i desideri e da questo dipenderà la possibilità e, forse, il successo di una ribellione.

La citazione degna di nota

Non sarai mai soggetto alla tentazione del perdono, tu uomo, come lo sarà una donna. E’ difficile resistere, credimi. Ricorda, però, che anche il perdono è un potere. Chiederlo è un potere, e negarlo o concederlo è un potere, forse il più grande.

Le nostre riflessioni

Già dalle prime pagine del romanzo si capisce che i fatti narrati si svolgono in un ambiente distopico, dove il caos totale pervade in tutti gli Stati Uniti. Lo svolgere delle vicissitudini narrate in un’ America post guerra nucleare non è una scelta a caso, in quanto è risaputo che gli Stati Uniti vengono considerati la “culla della democrazia”.

A prendere il potere del governo è un gruppo totalitario che subito instaura un regime di terrore e di annullamento della figura della donna. Infatti, le uniche donne che sono ancora in grado di procreare, le ancelle, vengono considerate solamente come degli oggetti necessari solo per questo scopo. Viene così dimostrata una condizione sociale uomo-donna estremamente impari, che per alcuni punti di vista non si allontana dalle stesse condizioni dei giorni nostri.

La Atwood, tramite la sua scrittura chiara e decisamente schietta, descrive una società priva di valori, nella quale regna solo la misoginia. La scrittrice narra di questa assurda gerarchia, dove le donne non solo sono l’ultima ruota del carro, ma vengono pure private di qualsiasi cosa possa riconoscerle come singole persone. Esempio lampante è il fatto che le cosiddette ancelle portano lo stesso nome in base al mestiere che devono svolgere, venendo così “categorizzate” come se fossero degli automi.

Un’altra descrizione che lascia il segno è che tutte le ancelle portano dei grandi cappelli che  impediscono loro di vedere cosa succede intorno e di vedersi tra loro, come se fossero dei cavalli. L’ espediente del cappello, a nostro avviso, è il simbolo della condizione sociale delle donne, poiché le priva del reciproco scambio di uno sguardo di comprensione o di un sentimento reciproco, annullando sul nascere qualsiasi tipo di ribellione.

Crediamo che sia impossibile leggere il romanzo oggi senza trarre parallelismi con la situazione attuale, dalla sentenza della Corte Suprema USA sull’aborto ai sempre più frequenti tentativi dei governi di controllare la vita privata dei cittadini.

L’intera struttura del romanzo porta il lettore a riflettere e a porsi numerosi interrogativi. Una scrittura d’impatto che non concede pietà per le emozioni che vengono trasmesse.

Lo consigliamo a...

A tutte le donne.
Agli studenti delle scuole superiori.

Le parole chiave del libro

Oppressione

disuguaglianza

distopico

ribellione

gerarchia