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Il potere del cane

Il potere del cane

Autore Thomas Savage

Casa editrice Neri Pozza, 2017

Pagine 303

La valutazione del Circolo

Che emozione ci ha lasciato il libro?

In collaborazione con Circolo di lettura sezione soci Poggibonsi

I Circoli di lettura sono una comunità di lettori che si ritrovano, una volta al mese, per scambiarsi opinioni e sensazioni su un libro la cui lettura, individuale, è stata decisa di comune accordo.

Trama

Montana, 1924. Phil e George Burbank non potrebbero essere più diversi. Insieme mandano avanti il ranch di famiglia; ogni autunno i due fratelli conducono un migliaio di manzi per miglia, fino a Beech, dove si fermano a pranzare in una modesta locanda gestita da Rose Gordon e il figlio adolescente Peter, un ragazzo delicato che suscita un’immediata ostilità in Phil.

George, invece, resta incantato da Rose, al punto da chiederle di sposarlo e portandola a vivere al ranch, ma creando così i presupposti per un dramma che li coinvolgerà tutti.

La citazione degna di nota

A volte non sappiamo se gli altri siano davvero quello che pensiamo o se siamo noi a pensare che lo siano, mentre loro sono semplicemente quello che sono.

Le nostre riflessioni

Tutte noi siamo rimaste estremamente colpite da questo romanzo, che potrebbe sembrare il racconto della vita da rancher nella prima metà del novecento statunitense, ma è molto di più.

La prima cosa a colpirci è stata la complessità dei protagonisti, pochi ma così intensi da coinvolgere il lettore tanto da catturarlo sin dal primo paragrafo. Phil è colto, ha la mente acuta, le mani svelte e capaci, la spietata sfrontatezza di chi sa che può permettersi di essere rude e quasi crudele nelle parole come nei gesti. George, al contrario, è taciturno e riservato, con sentimenti prevalentemente positivi e modi gentili, tanto da risultare quasi fuori posto nel mondo che Savage ci ha raccontato, ma guadagnando così il rispetto sia dei compagni al ranch, sia degli uomini d’affari con cui si interfaccia in città.

A sconvolgere la quotidianità dei due fratelli troviamo la figura della vedova Rose, neo sposa di George, che con la sua forza e delicatezza deve ambientarsi in un nuovo mondo a lei ostile. Insieme a lei anche il sensibile figlio Peter, che con il suo atteggiamento effeminato suscita una repulsione in Phil tale da rendere insopportabile la permanenza di mamma e figlio al ranch. Anche Peter, però, nasconde una complessità non indifferente, che si sviluppa nel corso del romanzo come una sorta di una corazza attorno a sé e alla madre in difesa della loro spiccata sensibilità.

L’inevitabile risultato è l’atteggiamento cinico che Peter fa suo come processo di sopravvivenza nei confronti dell’ambiente che deve vivere, fino ad apparire persino sfrontato e catturare così le attenzioni di Phil. Il rapporto che nasce tra i due risulta allo stesso tempo rude e dolce, con la ruvidezza del rancher e l’umanità del ragazzo.

I due sono legati da una particolare sensibilità nei confronti del mondo, con evidenza nel fatto che solo loro e il mito di Phil, Bronco Henry, vedono nella montagna la forma del cane, leitmotiv del romanzo. E’ questa una figura che insegue ed è inseguita: viene così affrontato il tema della duplicità della natura umana: nessuno è esclusivamente “un vero uomo” con la sua rudezza o esclusivamente gentile e rispettato da tutti, totalmente buono o totalmente cattivo, e i nostri personaggi ne sono la prova.

Pensiamo che la magnificenza della prosa sta soprattutto nella scrittura, nell’uso di un linguaggio profondo e allo stesso tempo delicato e mai pesante, caratterizzato da un tocco lieve per rappresentare splendidamente tutta la drammaticità delle vicende e dei rapporti tra i personaggi. Una narrazione piena di tensione sapientemente gestita da Savage con intermezzi che spezzano la linearità del racconto, ricco di descrizioni che suppliscono alla scarsità di dialoghi diretti.

Una lettura che durante tutta la narrazione cresce di tensione, presentando temi complessi ma che, nonostante già visti nel contesto raccontato, risultano quasi completamente attuali, non solo per gli argomenti ma anche per i modelli così egregiamente descritti da Savage da risultare ancora attuali dopo quasi un secolo, in un romanzo di ispirazione autobiografica sia negli ambienti sia nei personaggi.

Tutte siamo rimaste colpite dal modo in cui l’autore abbia gestito il destino dei suoi personaggi in maniera precisa sin dal primo paragrafo, delineando per loro un percorso ben pensato, accompagnando il lettore ad una conclusione quasi inevitabile con lo sviluppo della trama: delicata, cinica, rude.

Lo consigliamo a...

A tutti gli adulti.

A tutti coloro che cercano una lettura intensa.

A chi vuole una lettura per ponderare.

A chi cerca un bel libro, complesso, completo.

Le parole chiave del libro

Ranch

Stati Uniti d’America

mani

polvere

uomo

dualità