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Il padiglione d'oro

Il padiglione d’oro

Autore Yukio Mishima

Casa editrice Feltrinelli, 1962

Pagine 250

La valutazione del Circolo

Che emozione ci ha lasciato il libro?

In collaborazione con Circolo di lettura sezione soci Coop Pisa

I Circoli di lettura sono una comunità di lettori che si ritrovano, una volta al mese, per scambiarsi opinioni e sensazioni su un libro la cui lettura, individuale, è stata decisa di comune accordo.

Trama

La storia è ispirata a un fatto realmente accaduto nel 1950: un giovane novizio, deforme e balbuziente, dà fuoco a uno dei templi più famosi del Giappone, il Kinkaku-ji di Kyōto.

L’autore, attraverso la voce del protagonista, Mizoguchi, narra la vicenda arricchendola di profondi risvolti umani e psicologici, e riversa nei gesti dei protagonisti gran parte della sua ideologia: la nostalgia per il Giappone prebellico, l’acceso estetismo, il desiderio di purezza, la morbosa attrazione verso il male e il peccato.

I pensieri del deforme Mizoguchi, dominati dal costante idea del tempio come ideale supremo di bellezza e unico oggetto dei suoi desideri, lo spingono a sviluppare un’autentica ossessione le cui radici si possono spiegare in diversi modi: come esito dell’infanzia infelice dominata dal bullismo a causa della sua balbuzie o come una metafora di quell’attesa della distruzione che si abbatté sul Giappone nelle fasi finali della seconda guerra mondiale.

Al di là di queste interpretazioni, il romanzo di Mishima si presenta come una grande parabola giocata sugli insegnamenti del buddhismo zen: perché distruggere il tempio altro non è che l’unico modo per salvaguardarne la bellezza suprema, per liberarlo dalla costrizione della materia e impedire che il tempo lo corrompa.

La citazione degna di nota

Mi sorse però il dubbio che il Padiglione d’oro potesse avere in qualche modo camuffato la propria autentica bellezza: poteva darsi che si celasse per proteggersi. Dovevo avvicinarmi di più, dovevo rimuovere gli ostacoli che m’avevano fatto apparire brutto il Padiglione, dovevo esaminarlo attentamente, minuziosamente, e con i miei occhi percepire percepire l’essenza della sua bellezza. Era naturale che la pensassi così, giacché io credevo soltanto nella bellezza che può essere constata con gli occhi.

Le nostre riflessioni

Scelto per la curiosità di scoprire la letteratura giapponese, si è rivelata una lettura impegnativa per i temi affrontati e la storia che, seppur scritta in modo magistrale, è appesantita dai pensieri del protagonista che frammentano la narrazione. L’opera ha in sé tanti significati, che si svelano poco a poco fino all’esito dell’ultimo capito.

Il protagonista si muove in una vita complicata sia dalla balbuzie che gli inibisce i dialoghi con il mondo esterno, sia dai rapporti conflittuali con i genitori. Nella sua tormentata ricerca di emozioni, anche i contatti con le donne sono compromessi: ogni approccio si manifesta con violenza, indifferenza o repulsione; ma il suo reale antagonista è il Padigione d’oro, emblema di bellezza e spiritualità, la cui immagine si manifesta in tutti i momenti salienti della giovane vita del protagonista.

La complessità dei richiami alla cultura giapponese e al pensiero buddista hanno reso difficile e faticosa la lettura di questo romanzo nonostante le sapienti descrizioni e il linguaggio accurato e intenso.

Lo consigliamo a...

Chi vuole scoprire il buddhismo zen.
Chi cerca un esempio di romanzo giapponese.

Le parole chiave del libro

Bellezza

amicizia

piacere

sguardi