Trama
Il romanzo, ambientato nei primi anni ’50 in Sicilia, racconta l’uccisione di Salvatore Colasberna da parte del capomafia Don Mariano Arena, eseguita mentre la vittima è sul predellino della corriera, dai sicari al suo servizio.
Il movente dell’omicidio si riconduce al fatto che Colasberna, appaltatore della cooperativa Santa Fara, ha rifiutato di pagare la “protezione” a chi controlla tutte le attività del luogo. A condurre le indagini il Capitano Bellodi. Competente e motivato, non avrà vita facile, stretto tra gli atteggiamenti omertosi degli interrogati e i tentativi di insabbiamento da parte dei personaggi influenti coinvolti nel caso.
I personaggi
Ci ha colpito il Marchica, detto “Zecchinetta” criminale di lunga carriera e sicario per il quale il carcere è una semplice parentesi nella vita, e il Capitano Bellodi, colto e raffinato, che indaga sugli omicidi. Bellodi, catapultato da Parma in Sicilia, si trova a scontrarsi con la mentalità omertosa e le prestigiose coperture di cui godono gli imputati.
Sciascia descrive i testimoni con l’epiteto “facce di ciechi”, definizione eloquente del concetto di omertà. L’autore descrive molto bene lo stato d’animo dei vari personaggi, ed interessante è anche il modo con cui non fa capire quali siano i paesi da lui descritti, perché i delitti di cui parla sono delitti di mafia e non l’autore non vuole siano associati a dei luoghi specifici. Lo stesso Sciascia dichiarò di avere dovuto riscrivere molte pagine, per non ferire la “suscettibilità” di alcuni personaggi influenti.
La citazione degna di nota
Ecco: ci siamo, è da un pezzo che debbo parlarvi di questo Bellodi. Questo qui, caro amico, è uno che vede mafia da ogni parte: uno di quei settentrionali con la testa piena di pregiudizi, che appena scendono dalla nave-traghetto cominciano a veder mafia dovunque…>> (p.32)
Le nostre riflessioni
La lettura è un po’ complicata e può essere faticoso riconoscere e ricollegare i vari personaggi. Abbiamo apprezzato molto il fatto che il libro è ricco, in certi punti, di metafore. Entrare nello spirito del romanzo è stato un po’ difficile all’inizio, sia per la comparsa improvvisa dei personaggi nella trama, sia per lo stile dell’autore.
Lo consigliamo a...
A chi vuole scoprire come certi problemi del nostro paese affondino le loro radici nel passato. Sciascia in “Candido ovvero un sogno fatto in Sicilia” afferma che: “un fatto è un fatto, non ha contraddizioni, non ha ambiguità, non contiene il diverso ed il contrario”. Dunque il giorno della civetta è un fatto, un fatto così peculiare da sembrare un cammeo, unico, consegnato all’eternità. Lo scrittore conclude il suo lavoro con un’amarissima considerazione, quasi profetica se pensiamo come il fenomeno mafioso sia ormai esteso: <<L’Italia diventerà Sicilia>>.
Il governo Italiano, in quegli anni, infatti, negava l’esistenza della mafia e questo è stato il primo testo, sotto forma di romanzo, a dare rilevanza politica alla questione. Il libro è stato “un apripista” per far conoscere al grande pubblico cos’è e come si muove il fenomeno mafioso: creando connubio fra politica, imprenditoria e illegalità.
Le parole chiave del libro
Sicilia
omertà
mafia
infamità
connivenza
politica