Trama
Il Protagonista e voce narrante del romanzo è Archie, una faina, la sua vita non è diversa da quella degli altri abitanti del bosco: poco lontano dalla campagna, territorio degli umani, si assiste ogni giorno allo spettacolo spietato della natura. La giovane faina non avrebbe molte possibilità di sopravvivenza, è zoppa e sua madre ha troppi altri cuccioli da nutrire. Un incontro cambierà la sua esistenza, rendendola unica e degna di essere raccontata.
Nel cuore del bosco c’è una tana speciale, il centro nevralgico dell’economia fatta di furti, caccia e piccola agricoltura: è l’antro di Solomon la volpe. Archy viene venduto dalla madre alla volpe che, ormai anziana, necessita di zampe giovani per aiutarlo nel lavoro. Solomon è temuto e rispettato e si fa aiutare nella riscossione dei debiti dal grosso mastino Gioele, suo fidato servitore. Un giorno Archy sente parlare di Dio, un essere misterioso che la volpe nomina quando si tratta di indagare il destino e la natura delle cose. Solomon è restio a condividere i suoi segreti ma alla fine svela alla giovane faina l’origine di quel nome: il libro che contiene la sua Parola. Solomon sa leggere e scrivere e lo insegna ad Archy che diventa il suo apprendista, incaricato di studiare i discorsi di Dio al suo popolo e trascrivere le memorie della volpe.
Ascoltando e leggendo la Parola di Dio, del Dio dell’Antico Testamento, Archy prende coscienza della morte, del tempo, della crudeltà della giustizia divina. La breve vita della faina, scandita dalle stagioni, da periodi di fame e di abbondanza, continua e attraversa le sue fasi naturali: l’accoppiamento, la paternità, la vecchiaia ma sempre con il fardello della consapevolezza superiore, inflittale dall’aver voluto conoscere qualcosa che non le era destinata.
La citazione degna di nota
Alla fine, salvato o meno, non se ne era andato con un sorriso, non aveva pregato Dio, ma chi gli era accanto nel letto, sperando di rialzarsi, come un animale. Forse è questo che la morte ci insegna, per chi sa del suo arrivo: quell’attimo più buio è un percorso solitario, nei meandri di se stesso, dove ogni cosa sparisce, e si tenta di riacciuffarla. E’ l’anima di questo mondo, la sua forza più grande; nessuno chiede di nascere, ma nemmeno di andare via.
Le nostre riflessioni
I personaggi, nel bellissimo libro di esordio di Zannoni ,sono antropomorfizzati, vivono in tane dotate di porte, lampade, piatti, posate e finestre, comunicano tutti nella stessa lingua, hanno istituzioni sociali , ma in una dimensione dove l’istinto è l’elemento principale, spicca la violenza, che non viene mai attutita in nessuna pagina.
Il nostro protagonista ,oltre alla volpe Salomon, diventa cosciente e rimane sbigottito davanti all’invenzione umana del tempo, del suo scorrere, del passare delle stagioni e del concetto di morte, ma rimane anche affascinato dal concetto di Dio , da cui è però anche terrorizzato.
Il romanzo di Zannoni si sviluppa così in una parallelo tra animale e umano che appare evidente sin dall’incontro con Solomon. Il mondo animale è quello della sopravvivenza, dell’istinto, dell’incoscienza, di quella che appare come crudeltà ma è, invece, soltanto natura. L’umano invece è tutto ciò che è consapevole e guidato dal destino, nella comprensione del mondo ma anche debole nel continuo rimuginio dell’esistenza razionale.
Si potrebbe, nei personaggi animaleschi del romanzo fare un raffronto con le favole di Esopo, dove ogni animale viene antropomorfizzato. Gli animali di Zannoni potrebbero benissimo essere umani, ciò che conta è salvare la propria pelle e quella della propria famiglia, mangiare, riprodursi e morire senza speranza o coscienza di un futuro diverso o migliore; ma non ci si riesce perché non si ha tempo per pensare, immersi nel presente della continua necessità di vivere un altro giorno. Il protagonista è diverso, sa che “questi pensieri fatti di ma e se” appartengono soltanto a lui.
Le parole chiave del libro
Umano
animale
Esopo
violenza
morale
morte
tempo
