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I leoni di Sicilia

I leoni di Sicilia

Autore Stefania Auci

Casa editrice Editrice Nord

Pagine 437

La valutazione del Circolo

Che emozione ci ha lasciato il libro?

In collaborazione con Circolo di lettura sezione soci Coop Firenze nord ovest

I Circoli di lettura sono una comunità di lettori che si ritrovano, una volta al mese, per scambiarsi opinioni e sensazioni su un libro la cui lettura, individuale, è stata decisa di comune accordo.

Trama

Il romanzo si svolge fra il 1799 ed il 1868, anni durante i quali la Sicilia subisce numerose dominazioni da parte di varie case reali. “I leoni di Sicilia” è la storia dell’ascesa dei Florio, due fratelli, Paolo e Ignazio, che dopo un terremoto decidono di trasferirsi da Bagnara, in Calabria, a Palermo.

Partendo da una piccola aromateria in cui vendono spezie, i Florio riescono a trasformarla in negozio, ed espandendosi ulteriormente arrivano ad avere un’impresa che tratta svariate merci: spezie, seta, cortice, zolfo, pizzo, tonno e sabbia. La famiglia Florio, dimostrando intraprendenza e grande fiuto per gli affari, si afferma così come una delle più potenti e importanti casate della Sicilia, trattando con nobili e principi. Compreranno case, ville , terreni, quote di assicurazione e di flotte navali. Avranno rapporti commerciali con l’Europa e l’America. I maschi Florio saranno supportati da donne altrettanto forti e decise, anche se incastrate dentro una società maschilista e gretta.

Nonostante i soldi e il successo, la famiglia cercherà di emanciparsi dalla sua umile origine e dalla definizione di “portarobbe”: facchini, con la quale i nobili siciliani ne apostrofano i membri.

I personaggi

Il racconto si incentra maggiormente su Vincenzo, figlio di Paolo e Giuseppina, intraprendente uomo d’affari grazie agli studi compiuti e alle competenze nel commercio acquisite dal padre e dallo zio e anche ai viaggi effettuati in Inghilterra ed in Francia, dove impara le rispettive lingue e copia le metodologie industriali. Emergono poi due figure femminili: Giuseppina, moglie di Paolo e Giulia, moglie di Vincenzo. Sono figure centrali, possiedono una tempra d’acciaio, pur relegate dal contesto storico e culturale ad essere marginali e private della possibilità di scegliere.

La citazione degna di nota

iddu è u’patroni noi siamo: nuddu miscatu cu nenti (pag.367). Letteralmente si tradurrebbe: noi donne siamo nessuno mescolate con niente, ma in italiano si può tradurre: noi donne non valiamo niente

Sarebbe diventato così ricco che non avrebbe avuto problemi a trovare una ragazza di una famiglia con tanti titoli e altrettante ipoteche. Una nobile che si sarebbe abbassata a un borghese come lui. I picciuli non mentono, si dice, la robba non ha parole false. (pag.172)

È il sangue che fa la differenza (pag.146)

Le nostre riflessioni

Nel complesso il libro non ha disatteso le nostre aspettative e ci ha entusiasmato. La lunghezza del testo non deve scoraggiare, perché scorre velocemente. Tutto il libro è sorretto da uno stile nel quale i personaggi sono definiti nei loro caratteri essenziali, lasciando al lettore l’onere e l’onore di immaginare gli stati d’animo dei personaggi, di riempire i vuoti temporali che, volutamente e sapientemente, l’autrice Auci lascia. Qualcuna di noi ha trovato questo vuoto come una scarsa caratterizzazione dei personaggi, soprattutto quelli femminili, che li avvicina a quelli di un romanzo rosa. Abbiamo particolarmente apprezzato le sintesi storiche che introducono i capitoli ed anche i proverbi in dialetto siciliano con le relative traduzioni.
Anche la copertina è accattivante: è un bellissimo dipinto di Vittorio Matteo Corcos, “Ritratto di signora con due adolescenti“.

Lo consigliamo a...

lo consigliamo a chi vuol conoscere la storia della Sicilia di quel periodo e quindi in parte degli italiani.

Le parole chiave del libro

Cortice

nobiltà

emigrazione

putìa

aromateria

ambizione

portarobbe