Glianni

Gli anni

Autore Annie Ernaux

Casa editrice L’Orma, 2015

Pagine 276

La valutazione del Circolo

Che emozione ci ha lasciato il libro?

In collaborazione con Circolo di lettura sezione soci Coop Firenze Sud-Ovest

I Circoli di lettura sono una comunità di lettori che si ritrovano, una volta al mese, per scambiarsi opinioni e sensazioni su un libro la cui lettura, individuale, è stata decisa di comune accordo.

Trama

Una lista di immagini senza punteggiatura: così comincia questo romanzo-saggio, quasi a fermare il tempo e le azioni, come delle istantanee scattate in fretta. Le fotografie guidano il percorso della scrittura, fatta non solo di raffigurazioni, ma anche di opinioni, di pensieri, di fatti.

Gli anni è un libro di opinione, più che di sentimento, una narrazione minuta della vita quotidiana a partire dagli anni immediatamente successivi alla seconda guerra, in cui l’impianto della vita della maggior parte della popolazione seguiva ancora i ritmi della natura, in cui il tempo era quello lento della bicicletta e i suoni quelli del silenzio della campagna.

 

La citazione degna di nota

Tutte le immagini scompariranno

Si annienteranno d’un tratto le migliaia di parole che sono servite a nominare le cose, i volti delle persone, le azioni e i sentimenti, che hanno dato un ordine al mondo, che ci hanno fatto palpitare…

Le nostre riflessioni

Annie Ernaux, Premio Nobel per la Letteratura 2022, ingloba nella sua esperienza la vita di migliaia di persone, vite che da un impianto di tipo contadino si evolvono (o involvono a seconda dei punti di vista) in vite di tipo piccolo borghese. Sullo sfondo la Storia della Francia, le guerre di tipo coloniale o globale, l’Algeria e poi il Vietnam, e la Cambogia, i movimenti di cesura quali il ‘68 promotore di una mentalità nuova, di cui si intuiscono delle anticipazioni già a metà degli anni ‘60.

L’evoluzione della donna e della famiglia, la noia borghese, il sesso vissuto come colpa o con senso del peccato e poi come manifesto di liberazione, la contraccezione, la libertà e i sogni semplici delle ragazze (il rossetto, la flessibilità oraria, il diritto di essere accompagnata a casa), gli anni cinquanta e sessanta, vengono scandagliati nei particolari, da come si doveva star seduti a tavola ai discorsi delle donne.

Il punto di vista è soprattutto femminile, di certo in parte autobiografico. L’impostazione della vita dalla coralità della famiglia e della società di campagna e dalla dimensione collettiva del mondo contadino va mutando, acquistando sempre più forza la dimensione individuale, nel senso del rinchiudersi nell’ambito della famiglia, ma soprattutto dell’individuo singolo, fino all’apoteosi dell’individualismo degli anni ‘80, con la perdita dei valori religiosi, della dimensione di gruppo e di altruismo.

Dal punto di vista storico, l’influenza dei fatti e della guerra in Algeria con le conseguenze nel paese sono forti, così come le dicotomie successive e la rapidità con cui il mondo cominciava a contraddistinguersi, che fanno in parte respingere il pensiero del passato.

Il 1968 segna l’inizio di una nuova era: è “il primo anno del mondo”. Muore De Gaulle e comincia l’era di Valéry Giscard D’Estaing, l’era della società liberale. Si ragiona in termini di moderno o non moderno, e ben presto non avrà più importanza né la politica, né il sociale…

Ecco arrivare gli anni 80, le foto sono a colori. Si parla della moda e dei costumi. Sono gli anni in cui il divorzio è stato da poco introdotto, se ne parla molto, ma le donne continuano ad avere delle resistenze, per i figli formalmente. Cambia l’educazione, i figli vengono lasciati più liberi, il controllo viene esercitato piuttosto a distanza. Il tempo e la storia diventano appannaggio della televisione e non più delle tavolate di famiglia.

In un’epoca in cui gli adulti diventano “…contemporanei dei nostri figli”, il culto del corpo, la ginnastica aerobica cominciano a imporsi con forza, per giungere al concetto di giovinezza inalterabile. Nascite in provetta e salute dell’infanzia diventano correnti, concetti ormai sdoganati. Le malattie di cui si parla sono quelle nuove, l’Aids, la peste degli anni ‘80 e ‘90, malattia stigmatizzante, e l’Alzheimer, con il prolungarsi della vita. La religione cede il passo al materialismo.

Ed ecco arrivare l’alba del nuovo secolo, gli anni 2000, con la tragicità dell’attacco al cuore dell’America nel settembre 2001 fino all’avvento massiccio e totalizzante della tecnologia.

Una scrittura potente, che deve essere seguita con attenzione, densa di riferimenti storici soprattutto appartenenti alla storia della Francia, ma anche a eventi internazionali che definiscono i confini delle epoche.

Alcuni dei partecipanti al circolo hanno amato profondamente questo libro, hanno ritrovato le proprie vite, altri lo hanno letto con maggior distacco, altri ancora hanno trovato la lettura faticosa.

Di certo è un libro “istruttivo”, che dovrebbe essere letto nelle scuole, un libro dove è ben presente la tematica del sociale e delle classi sociali, un libro dove le dinamiche politiche pur riferite alla Francia possono essere estese a molti dei paesi occidentali.

La struttura segue la linea del pensiero, con l’impulsività di una scrittura (apparentemente) di getto. Una scrittura molto scorrevole, capace di creare immagini come nature morte con grande naturalezza, con lo scopo di “Salvare qualcosa del tempo che non saremo mai più”.

Una struggente malinconia accompagna tutte le vicende umane e intime di questo libro che inizia come finisce, con una lista senza punti né virgole, di immagini e di pensieri, a riprova che il metatesto ha un significato profondo quanto la frase, che gli spazi bianchi e i vuoti hanno la stessa forza della parola.