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Génie la matta

Gènie la matta

Autore Inès Cagnati

Casa editrice Adelphi

Pagine 184

La valutazione del Circolo

Che emozione ci ha lasciato il libro?

In collaborazione con Circolo di lettura Sezione Soci di Scandicci

I Circoli di lettura sono una comunità di lettori che si ritrovano, una volta al mese, per scambiarsi opinioni e sensazioni su un libro la cui lettura, individuale, è stata decisa di comune accordo.

Trama

In una piccola comunità agricola, una giovane donna di nome Gènie rimane incinta dopo essere stata violentata. Ripudiata dalla famiglia e dalla comunità, si ritira in isolamento con la figlia Marie, nata dallo stupro. La loro vita è segnata da violenza, discriminazione e solitudine, ma anche da un legame profondo e indissolubile.

Mentre Génie accetta di lavorare duramente in cambio di cibo, Marie cresce amando la madre nonostante l’apatia e freddezza che ne riceve. La comunità le considera emarginate etichettandole come “matte”, incapaci di comprendere le scelte controcorrente. Una storia che ruota attorno alla sofferenza di due donne, alla ricerca di un senso di appartenenza e accettazione di un mondo che le respinge.

La citazione degna di nota

Io dicevo: «Non piangere». Avevo voglia di andarle vicino, di dirle: «Hai me».

Le nostre riflessioni

Questo libro ha suscitato opinioni discordanti. Ad alcune è apparso come un continuo ripetersi, capitolo dopo capitolo, delle medesime azioni con una persistenza tematica che alla fine stanca. La vita della protagonista, donna dallo sguardo assente e privo di sorriso, è stata descritta con uno sconforto palpabile, tanto da suscitare all’unisono l’aggettivo «triste» come apertura al commento. La sofferenza permea ogni pagina, i lavori umili per sopravvivere, l’esclusione dalla società, temi costanti scanditi dal ritornello di una vita segnata dalle avversità.

Con un finale che rispecchia l’intera narrazione: una fatalità che sembra condannare chiunque ad una sorte ingrata, un destino già scritto nel quale non c’è spazio per la felicità. Nonostante l’angoscia che lascia, rimane comunque un libro «da leggere».

Una lezione, non tanto sulla vita in sé, ma sulla cattiveria umana, filtrata attraverso gli occhi di una madre che sembra trovare la propria forza nel far del male agli altri. Più ambigua è apparsa invece la figura del padre: un uomo debole, incapace di ribellarsi alle ingiustizie della moglie o più semplicemente una persona menefreghista, che preferisce rifugiarsi nei libri anziché affrontare la realtà? Il romanzo si legge con facilità, i capitoli brevi scorrono senza intoppi, lasciando dietro di sé una scia di riflessioni e interrogativi sulla natura umana e le dinamiche familiari.

Lo consigliamo a...

A persone adulte.

Le parole chiave del libro

Tristezza

miseria

violenza

emarginazione

solitudine

povertà