Furore

Furore

Autore John Steinbeck

Casa editrice Bompiani, 2014

Pagine 633

La valutazione del Circolo

Che emozione ci ha lasciato il libro?

In collaborazione con Circolo di lettura sezione soci San Giovanni Valdarno

I Circoli di lettura sono una comunità di lettori che si ritrovano, una volta al mese, per scambiarsi opinioni e sensazioni su un libro la cui lettura, individuale, è stata decisa di comune accordo.

Trama

Furore è uno dei libri più conosciuti di John Steinbeck, autore di culto americano, premio Nobel per la letteratura nel 1962. Il libro uscì negli Stati Uniti nel 1939 con il titolo The Grapes of Wrath (letteralmente I grappoli dell’ira). In Italia comparve l’anno successivo, edito da Bompiani con il titolo Furore, ma con pesanti tagli dovuti alla scure della censura del regime fascista per il quale il libro recava una critica sociale e politica troppo esplicita. Una versione italiana integrale è stata data alle stampe solo nel 2011, più di settant’anni dopo la pubblicazione della versione generale.

La trama narra l’epopea della famiglia Joad che seguiamo in una trasmigrazione dal sapore biblico attraverso la Route 66, dopo che sono stati costretti ad abbandonare la loro fattoria e le loro terre in Oklahoma, fino in California dove sperano di costruire un’avvenire migliore. Condividono la loro sorte con centinaia di altre famiglie, alle quali, come a loro, sono state confiscate le case e le terre perché le banche a cui si erano rivolte per prestiti hanno sospeso i crediti.

La speranza di ricominciare e ricostruire una vita dignitosa una volta arrivati in California dura ben poco: la sorte sembra accanirsi contro la famiglia Joad colpita da sventure e terribili tragedie.

La citazione degna di nota

Sulle terre rosse e su una parte delle terre grigie dell’Oklahoma le ultime piogge furono leggere, e non lasciarono traccia sui terreni arati. Le lame passarono e ripassarono spianando i solchi piovani. Le ultime piogge fecero rialzare in fretta il mais e sparsero colonie di gramigna e ortiche ai lati delle strade, tanto che le terre grigie e le terre rosso-scure cominciarono a sparire sotto una coltre verde. Nell’ultima parte di maggio il cielo si fece pallido, e scomparvero le nuvole che in primavera avevano indugiato così a lungo con i loro alti pennacchi. Il sole prese a picchiare giorno dopo giorno sul mais in erba, fino a screziare di bruno gli orli di ogni baionetta verde. Le nuvole ricomparvero, e si dileguarono senza tornare più. La gramigna si fece di un verde più scuro per difendersi dal sole, e smise di propagarsi. Il suolo si ricoprì di una crosta dura e sottile, e man mano che il cielo impallidiva, anche il suolo impallidiva, facendosi rosa nelle terre rosse e bianco nelle terre grigie. (p. 1-2 edizione del 2014)

Come fai a spaventare un uomo quando quella che lo tormenta non è fame nella sua pancia ma fame nella pancia dei suoi figli? Non puoi spaventarlo: conosce una paura peggiore di tutte le altre. (p. 329 edizione del 2014)

Le nostre riflessioni

Nonostante sia una lettura impegnativa Furore ci è piaciuto moltissimo. Narrato con un linguaggio crudo ma evocativo racconta un periodo di storia americana molto particolare in cui, dopo la grande crisi economica del 1929, si registra il definitivo passaggio da una società rurale, la cui economia si basa per lo più su un sistema agricolo, ad una industriale. E’ un libro straziante e commovente che reca una denuncia neanche troppo velata al nascente sistema capitalistico e  racconta anche della dissoluzione del sogno americano. Un grande classico che reca tantissime implicazioni politiche e sociali.

La Route 66, che i Joad percorrono per arrivare in California, è una sorta di strada della vita, un percorso che la famiglia fa cercando un approdo felice, un mondo migliore, che poi si rivelerà molto diverso da come si erano immaginati. Anche le descrizioni dei paesaggi partecipano alla narrazione con grande forza, facendoci sentire il caldo, il dolore, la polvere e la fame.

Particolare la struttura del libro che alterna capitoli molto lunghi ad altri brevi, con continui riferimenti biblici che conferiscono un’atmosfera epica alla storia dei Joad.

La tragedia della famiglia, che condivide il proprio destino con molte altre, è il simbolo del calvario di un popolo in fuga, costretto a migrare per cercare di salvarsi. Il finale tragico fa comunque intravedere un piccolo barlume di speranza, una piccola luce.

Il libro ci ha lasciato una sensazione di dolore e malinconia ma anche di soddisfazione per la bellezza della scrittura.