Trama
“Fai bei sogni” è la storia di un segreto celato in una busta per quarant’anni. La storia di un bambino, e poi di un adulto, che imparerà ad affrontare il dolore più grande, la perdita della mamma, e il mostro più insidioso: il timore di vivere.
“Fai bei sogni” è dedicato a quelli che nella vita hanno perso qualcosa. Un amore, un lavoro, un tesoro. E rifiutandosi di accettare la realtà, finiscono per smarrire se stessi. Come il protagonista di questo romanzo, uno che cammina sulle punte dei piedi e a testa bassa perché il cielo lo spaventa, e anche la terra. “Fai bei sogni” è soprattutto un libro sulla verità e sulla paura di conoscerla. Immergendosi nella sofferenza e superandola, ci ricorda come sia sempre possibile buttarsi alle spalle la sfiducia per andare al di là dei nostri limiti.
Massimo Gramellini ha raccolto gli slanci e le ferite di una vita priva del suo appiglio più solido. Una lotta incessante contro la solitudine, l’inadeguatezza e il senso di abbandono, raccontata con passione e delicata ironia. Il sofferto traguardo sarà la conquista dell’amore e di un’esistenza piena e autentica, che consentirà finalmente al protagonista di tenere i piedi per terra senza smettere di alzare gli occhi al cielo.
( dal sito della casa editrice Longanesi)
I personaggi
Il protagonista principale del racconto è Massimo, prima un bambino, poi un adulto segnato da una grande mancanza d’affetto: la mamma Giuseppina è morta suicida a causa della disperazione per essere affetta da un tumore. Il personaggio si racconta e cresce durante tutto lo scorrere della storia, e porta a riflettere su molti aspetti etici e morali della vita che ci portano a cambiare, ad atteggiarci con gli altri come vittime di noi stessi e della nostra famiglia.
Raul, vedovo e padre di un bambino orfano di madre, è un personaggio statico e inquadrato nelle sue abitudini che non è in grado di dare al figlio l’affetto necessario. Anche se alla fine scopriamo insieme a Massimo quanto in realtà abbia solo cercato di proteggere il figlio e quanto lo abbia amato, nonostante non sia mai riuscito a dimostrarlo nel modo migliore.
Madrina è una cara amica di famiglia che dopo quarant’anni dalla morte della sua amica, comunica al figlioccio il vero motivo della morte della madre.
Infine Elisa, compagna di Massimo, è una donna eccezionale che lo aiuta con i suoi modi dolci ma decisi a superare definitivamente la dura assenza della madre.
La citazione degna di nota
molto più importante di quello che sappiamo o non sappiamo è quello che non vogliamo sapere
In fondo la mia vita è la storia dei tentativi che ho fatto di tenere i piedi per terra senza smettere di alzare gli occhi al cielo.
Se un sogno è il tuo sogno, quello per cui sei venuto al mondo, puoi passare la vita a nasconderlo dietro una nuvola di scetticismo, ma non riuscirai mai a liberartene
Le nostre riflessioni
Storia triste, emozionante e intensa allo stesso tempo. Non brillante come il lui giornalista. A metà racconto purtroppo ci si perde perché l’autore si dilunga troppo in alcuni periodi. Il racconto si riprende solo nel colpo di scena finale.
Romanzo molto triste in cui il protagonista cerca sempre la figura della madre facendo allo stesso tempo un’analisi delle sue aspettative e delle sue riflessioni, e cercando alla fine di capire se stesso. Il romanzo è una autoanalisi continua per la ricerca della verità.
Il racconto è intriso di una sottile ironia poco coinvolgente, viene troppo romanzato e sdrammatizzato un argomento così triste. Vuole stupire ma non riesce a cogliere nel segno.
Il protagonista stesso non vuole scoprire ciò che realmente è accaduto, infatti, fa del suo dolore una delle sue ragioni di vita, pur sapendo inconsciamente quel che era accaduto. Il non sapere è un modo per difendersi dal dolore.
La chiave di volta del racconto è il personaggio di madrina che lo segue come un nipote e lo aiuta, così come la moglie, ad avere un rapporto con gli altri.
Le parole chiave del libro
Angoscia
dolore
affetto
mancanza
perdita
paura
amore