Trama
Fiorenzo vive a Muglione, un piccolo paese toscano tutto acquitrini fetidi e andate senza ritorni, dove si campa di pesca e ciclismo. Orfano di madre, il padre proprietario di un negozio di pesca e allenatore dell’Unione Ciclistica Muglianese, a tredici anni ha perso una mano a causa di un petardo. Sebbene tutto il resto sia ancora al suo posto e lui sia un bel ragazzo, cantante heavy metal e bravo a scuola, Fiorenzo scopre presto che nella vita “quello che manca conta molto di più di quel che c’è”.
Tiziana ha trent’anni, anche lei di Muglione, è laureata, ha fatto un master a Berlino, ricevuto offerte di lavoro in tutto il mondo ma ha deciso di tornare al paese. Ottiene l’incarico di animare il locale Informagiovani, ma è frequentato solo da un gruppetto di anziani. Infine Mirko, il Campioncino, il ragazzino che il babbo di Fiorenzo ha scovato nel profondo Molise e ha adottato perché il suo talento ciclistico lascia sperare grandi cose… Fiorenzo, Mirko e Tiziana. Tre perfetti sconosciuti, con paure e desideri simili, le cui vite si intrecciano e daranno loro la forza necessaria di superare quegli ostacoli apparentemente insormontabili.
La citazione degna di nota
Un lavoro che ti soddisfi, una città in cui ti piace vivere, un ragazzo che sei contenta quando ci passi la serata insieme… sono tante cartelle per una tombola sola, ma più ne hai e più è probabile che alla fine vinci qualcosa.
Le nostre riflessioni
Questo romanzo di formazione, leggero ma non troppo, ha lasciato nel gruppo impressioni contrastanti, giudicato da alcuni scorrevole ma scontato, da altri piacevole e allegro senza troppi artifici. Ogni personaggio ha i suoi problemi, ognuno un modo diverso di affrontarli (o non affrontarli), ma tutti irrimediabilmente destinati ad incontrarsi e aiutarsi. Fiorenzo, con caparbietà e voglia di mettersi in gioco, rifugge la commiserazione nonostante i drammi della vita, ma è stato Mirko il personaggio più discusso nel gruppo: vittima dell’invidia e della cattiveria adolescenziale, è alla ricerca del suo spazio personale, combattuto tra le soddisfazioni sportive e la smania di accettazione tipica della sua giovane età. Sceglie di nascondere le sue qualità pur di essere accettato dai coetanei e dalla famiglia restando sempre un passo indietro, tanto che vincerà solo quando imparerà a perdere. I tre protagonisti, inoltre, sono contraddistinti dal loro modo di esprimersi: la parlata adolescenziale di Fiorenzo, quella adulta di Tiziana e quella riverente e timorosa di Mirko, il tutto contornato dal dialetto toscano dei vecchietti.
A fare da sfondo alle vicende c’è Muglione, paese immaginario ma che rimanda a tante località della provincia pisana, con la loro calma stagnante, dove pesca e ciclismo sembrano essere le uniche distrazioni. Ci ha ricordato il libro letto all’incontro precedente, Le nostre assenze: anche qui i personaggi vivono frustrazione e senso di solitudine, lontani dalla vita che desidererebbero vivere. E anche in questa storia tutti troveranno la propria strada, ma per nessuno sarà una conquista semplice. C’è infatti una sottesa volontà pedagogica dell’autore, che con la saggezza lieve di chi sa andare al cuore delle cose, racconta tre vite modeste alla ricerca di un riscatto, tre solitudini che si incrociano e si sostengono.
Il finale ci ha lasciato un pò perplessi per il repentino passaggio temporale, ma a parte questo la trama appassiona, commuove e fa riflettere. Non sono storie rivelatrici o eccezionali, sono le storie di tutti noi, che con la scrittura vitale e poetica di Genovesi arrivano in profondità, proprio come le esche da pesca.
Lo consigliamo a...
Adolescenti.
A tutti coloro che vogliono leggere una storia divertente e suggestiva.
Le parole chiave del libro
Pesca
amore
amicizia
scuola
ciclismo