Trama
In un paesino immaginario, che Genovesi chiama Muglione, sperduto nella provincia di Pisa, giovani e anziani condividono noia e abbandono. I protagonisti di questo romanzo sono accomunati dal fatto di essere dei perdenti, anche se ognuno in modo diverso: le loro frustrazioni s’incontrano, s’intrecciano, diventano storie d’amore e d’amicizia improbabili e precarie; eppure, per quanto ciascuno di loro avverta l’esasperazione della propria fragilità, il senso di inadeguatezza e l’insoddisfazione, alla fine tutti e tutte ce la fanno e riescono a realizzarsi, a modo loro, magnificamente.
I personaggi
Tiziana è una trentenne che ha studiato e si è specializzata all’estero: per un misto di gratitudine e nostalgia, ritorna al paesino natale e apre un Informagiovani, sperando di risollevare le sorti di questa realtà di provincia, che è misera ma non degradata. Alla fine, quello che doveva essere un centro giovanile, diventa invece una sorta di Casa del Popolo senza il bar: un circolino frequentato esclusivamente da simpatici vecchietti…almeno finché non arrivano Mirko e Fiorenzo.
Fiorenzo, il protagonista, è un diciannovenne emarginato, orfano di madre, che canta in un gruppo metal con altri due adorabili “sfigati”. È un personaggio con un segno molto particolare, quasi allegorico: gli manca la mano destra, persa da bambino per un gioco pericoloso. Gli esami di maturità incombono su di lui, tuttavia salta quasi sempre la scuola, per andare a lavorare nel negozio di articoli da pesca del babbo, il quale è troppo impegnato a fare l’allenatore di ciclismo agonistico per accorgersene.
Mirko, detto il Campioncino, è un tredicenne di origini marchigiane, scoperto e adottato dal padre di Fiorenzo, che lo porta a Muglione e lo trasforma in un idolo locale della bicicletta. Ha una bellissima dote, la costanza, che gli permette non solo di vincere le corse, ma anche di raggiungere altri obiettivi: ad esempio conquistare l’amicizia di Fiorenzo, che prova per lui una fortissima repulsione, giustificata in parte dalla gelosia per il padre.
Il rapporto tra i due ragazzi è sottile e si accresce grazie alla lettura dei temi di Mirko, mai consegnati all’insegnante e offerti invece a Fiorenzo come un diario segreto. Un invito a entrare nel suo mondo e scoprire cosa si nasconde dietro il mito del Campioncino: un ragazzo solo, insicuro, bullizzato… proprio come lui.
La citazione degna di nota
E mi sa che la vita è proprio questa cosa qua, un fiume di roba che ti arriva addosso tutta insieme, un po’ la prendi e un po’ la perdi e un po’ nemmeno ti accorgi che è passata, e magari era proprio quella lì che faceva al caso tuo. Ma non lo puoi sapere e nemmeno starci troppo a pensare, perché stai ancora in mezzo al fiume e la roba arriva e passa e va. Oppure la vita non è un fiume, magari la vita è un fosso, e allora il discorso è parecchio diverso. Perché un fiume scorre e alla fine arriva al mare, invece un fosso non va da nessuna parte. Resta dritto così senza una meta e al massimo può sperare di incrociare altri fossi e confondersi con loro per un po’. E se c’è un senso in tutta quest’acqua che si sposta, io non lo so. So solo che ci sto volentieri, soprattutto se posso buttarci dentro un’esca e pescare (pag. 384).
Le nostre riflessioni
Possiamo definire la scrittura di Genovesi “moderna”: in apparenza strampalata, non fluida, ma piacevole ed esilarante, ci mostra giocosamente le prospettive di più personaggi, tutti molto divertenti.
Un libro complesso e ricco di temi che racconta, facendoci ridere, la normalità della vita: le frustrazioni dell’innamoramento e l’iniziazione impacciata al sesso (notevole per tragicomicità la scena della messa del preservativo); ma anche l’integrazione nel paese di personaggi forestieri come Pavel, fidanzato della coinquilina di Tiziana, e il suo amico Nicolai, scambiati per ladri a causa di uno scherzo.
Toccante l’intesa madre-figlio nei ricordi di Fiorenzo; per quanto riguarda invece il suo rapporto difficile con il padre assente e imbranato, abbiamo avvertito una certa rigidità filiale e ci siamo domandate: può darsi che il ragazzo non abbia colto o voluto cogliere una sorta di esca nella foto del ciclista senza mano, regalatagli dal babbo subito dopo l’incidente?
Lo consigliamo a...
Agli e alle adolescenti.
Le parole chiave del libro
Adolescenza
solitudine
fallimento
riscatto