Home Blog Letture in Circolo Eleanor Oliphant sta benissimo
Eleanor Oliphant sta benissimo

Eleanor Oliphant sta benissimo

Autore Gail Honeyman

Casa editrice Garzanti, 2018

Pagine 352

La valutazione del Circolo

Che emozione ci ha lasciato il libro?

In collaborazione con Circolo di lettura sezione soci Coop di Empoli

I Circoli di lettura sono una comunità di lettori che si ritrovano, una volta al mese, per scambiarsi opinioni e sensazioni su un libro la cui lettura, individuale, è stata decisa di comune accordo.

Trama

Eleanor Oliphant ha quasi trent’anni, capelli lunghi, lisci, castano chiaro, pelle chiara, un naso troppo piccolo e occhi troppo grandi, altezza e peso più o meno nella media e una cicatrice sul volto. È sempre stata orgogliosa di cavarsela da sola. Lavora da quando ha 21 anni in ufficio da Bob come contabile.

La quotidianità di Eleanor ruota intorno agli orari di lavoro, nessun rapporto sociale, nessun amico, dedica le sue attenzioni solo ad una piantina: Polly. Un giovedì sera si reca per lavoro ad una serata di beneficenza in un pub e si innamora del cantante di una band: Johnnie Lomond.

Da qui la vita di Eleanor non sarà più la stessa, una successione di eventi la porteranno a far i conti con sé stessa e con il suo passato, capirà che il mondo segue delle regole di cui lei non conosce l’esistenza e che tutto quello che aveva sempre pensato non era altro che un castello di sabbia costruito per proteggersi dalle sue paure.

Eleanor è la protagonista del romanzo di esordio della scozzese Gail Honeyman che ci regala una storia di resilienza, di forza, di dolore e di speranza.

La citazione degna di nota

Quando mi alzai e finalmente riuscii a legare le maniglie del sacco, la radio trasmetteva un’allegra musichetta pop e io mi resi conto di essere… felice. Era una sensazione strana e insolita, mi sentivo leggera e calma, come se avessi mangiato i raggi del sole. Soltanto quella mattina ero furibonda e adesso ero calma e felice. A poco a poco cominciavo ad abituarmi alla gamma di emozioni umane disponibili, alla loro intensità, alla rapidità con cui potevano cambiare. Fino ad allora, ogni volta che le emozioni e i sentimenti avevano minacciato di travolgermi, li avevo affogati subito bevendo. Questo mi aveva permesso di esistere, ma cominciavo a capire che ora avevo bisogno e volevo qualcosa di più.

Le nostre riflessioni

La lettura di questo romanzo ha raccolto nel gruppo tante lodi, alcune riserve, ma anche giudizi negativi. Il personaggio di Eleanor, con la sua inadeguatezza, fa scappare un sorriso, poi però si passa a pagine di tutt’altro spessore emotivo: la protagonista ha un passato sepolto con fatica, che riemerge imprevedibilmente e la trascina a un passo dal baratro. Queste due dimensioni sono amalgamate bene e l’autrice sa come farci passare dal sorriso alla tristezza e viceversa.

A causare le maggiori critiche sono stati i diversi temi trattati senza un significativo approfondimento: la violenza sui minori, la solitudine come un marchio di infamia sociale, l’importanza di semplici gesti gentili di cui siamo spesso avari. Eleanor inizialmente ci è apparsa una protagonista difficile da capire, con la sua sociopatia e il suo atteggiamento ostile. Ma poco a poco, grazie alla scrittura in prima persona, viviamo l’intera vicenda insieme a lei, trascinati dall’aspettativa, sapientemente creata dalla Honeyman, sulla sua dolorosa infanzia.

Eleanor si porta dietro il peso del suo passato in solitudine, intrappolata in una routine perfetta da cui all’inizio non vuole scappare. È una protagonista insolita e ben tratteggiata, con tante contraddizioni: critica i fumatori ma si ubriaca tutti i fine settimana, ha paura ma allo stesso tempo sente l’urgente bisogno di un contatto fisico, narra la sua vita in modo leggero e distaccato.

E poi c’è Raymond, con le sue magliette colorate, la pancetta, le sigarette, la barbetta stopposa: inizialmente giudicato duramente da Eleanor, sarà invece la sua salvezza. Raymond, con i suoi gesti genuini e sinceri, va oltre le apparenze trattando Eleanor come un’amica, la salva dalla solitudine con l’affetto di cui aveva bisogno e la fa aprire al mondo abbattendo le sue barriere. Gli altri personaggi, Sammy e la sua famiglia, i colleghi di lavoro, il cantante di cui la protagonista si infatua, restano in secondo piano, ma ci aiutano a conoscere la figura di Eleanor. Il personaggio più inquietante è la madre, che ogni mercoledì si presenta al telefono trattando crudelmente la figlia con giudizi malvagi che lei non si merita.

È un risvolto introspettivo che scopriamo lentamente: la madre continua a condizionare la figlia anche da morta, influenzandola nei suoi atteggiamenti verso sé stessa e gli altri. La scrittura è scorrevole, con una grammatica attenta ma non pesante; i dialoghi svelti e basici non annoiano e non appesantiscono la storia Il linguaggio quotidiano è caratterizzato dalla brillante autoironia della protagonista che spesso vira in graffiante sarcasmo; unico neo della narrazione sono alcuni passaggi risultati troppo lunghi o ripetitivi.

In generale, è una storia di forza, di cicatrici e della capacità di coprirle o ignorare gli sguardi che le accarezzano. E, leggendoci dentro, possiamo ammettere che qualcosa di Eleanor appartiene anche a ognuno di noi.

Lo consigliamo a...

Chi piacciono le letture psicologiche.
Chi ha subito un trauma e ha bisogno di positività.

Le parole chiave del libro

Amicizia

empatia

trauma

rinascita emotiva

isolamento sociale

solitudine