Trama
E’ un romanzo che segue due direzioni: la voce narrante si muove nel passato della sua storia familiare e nei meandri della sua infanzia. Si parte con un bambino che gioca con i suoi soldatini. il suo universo ludico lo protegge dal trauma della morte della madre, sostituita da una matrigna ermetica. Contemporaneamente, il racconto verte sul bisnonno che quasi un secolo prima arriva in Islanda, un uomo dai grandi sogni, che si scontrano con un amore altrettanto grande per la bottiglia.
La citazione degna di nota
“Dentro ad un libro si apre una valle perduta, un’isola prima sconosciuta emerge dal mare; esploro la valle, sbarco sull’isola ma non trovo che tesori, o animali estinti” (p.111)
Le nostre riflessioni
Il romanzo ha una prosa asciutta che nella descrizione delle varie situazioni, specialmente quando il protagonista parla della malattia e morte della madre, mette grande malinconia.
C’è un clima di rimpianto del protagonista per la sua infanzia fatta di piccole cose (amicizie, giochi, vicini di casa) su cui aleggia il ricordo della madre morta e si intuisce un dolore strisciante che immalinconisce.
Ci sono molti intrecci di interessi e caratteri fra le varie generazioni che sono parsi un po’ difficili da seguire. Infatti i vari personaggi non vengono chiamati per nome ma con il grado di parentela (il/la bisnonna, il nonno, la matrigna) e così il racconto diventa ingarbugliato.
Lo consigliamo a...
Ci ripromettiamo di leggere un altro suo libro per capire e giudicare meglio questo scrittore, per poterlo consigliare ad altri.