Home Blog Letture in Circolo Cigni selvatici. Tre figlie della Cina
Cigni selvatici

Cigni selvatici. Tre figlie della Cina

Autore Jung Chang

Casa editrice Tea 2010

Pagine 677

La valutazione del Circolo

Che emozione ci ha lasciato il libro?

In collaborazione con Circolo di lettura sezione soci Coop Arezzo

I Circoli di lettura sono una comunità di lettori che si ritrovano, una volta al mese, per scambiarsi opinioni e sensazioni su un libro la cui lettura, individuale, è stata decisa di comune accordo.

Trama

Una storia – scritta nel 1991 – che ha dell’incredibile, la storia di un secolo di vita cinese, attraversata da tre generazioni di donne, scritta dall’ultima che, non appena è riuscita ad allontanarsi nel 1978 da quel mondo oppressivo, ha avuto modo di riflettere ed elaborare i fatti salienti di una trasformazione politica e sociale che ancora oggi stentiamo a conoscere appieno e a valutare: dal 1920 al 1980, dall’epoca dei Signori della guerra all’occupazione giapponese, dalla guerra civile contro il Kuomintang alla Lunga Marcia di Mao, dal Grande Balzo alla Rivoluzione Culturale.

E in tutto questo susseguirsi turbinoso e impressionante di eventi, vengono a galla le usanze per noi inammissibili del concubinaggio e della fasciatura dei piedi delle donne, come pure il ricorso ininterrotto alla delazione, la corruzione, l’invidia, l’ipocrisia. Emergono senz’altro le figure della nonna (Yu-fang), della madre (De-hong, Cigno selvatico appunto) e del padre  di Jung (Shou-yu) che, pur tra le violenze e le amarezze che li affliggono, riescono a mantenere  unita la famiglia e continuano a darsi affetto e solidarietà.

La citazione degna di nota

Se sei sposata con un pollo, obbedisci al pollo; se sei sposata con un cane, obbedisci al cane

Le nostre riflessioni

Quasi all’unisono, il gruppo di lettura ha molto apprezzato la scelta di questo libro, perché è una fonte preziosa di informazioni sulla storia della Cina e sulla ricerca dei fondamenti culturali su cui è imperniata quella Società. Si tratta di una narrazione ricca e a volte sorprendente, soprattutto quella relativa al periodo del maoismo, in cui risalta la manipolazione delle coscienze, la brutalità del potere, la cappa di disinformazione e il procurato clima di sospetto.

L’indottrinamento costante, la continua costruzione del “nemico”, unito all’energia repressa che contraddistingueva la vita dei giovani di quel periodo, ha dato vita a crimini sanguinosi, su cui non riusciremo mai a fare piena luce. La figura della donna poi viene particolarmente umiliata, schiacciata e mortificata.

Anche nella Cina odierna si notano certi risvolti, che fanno pensare ad un “Grande fratello” in auge da centinaia di anni. Ci siamo domandati quali possano essere stati, al di là degli elementi deflagranti, quei fattori della società cinese, in qualche modo costitutivi,  che hanno consentito e indirizzato questo stato di cose e abbiamo concordato che una condizione basilare è senz’altro l’assenza di Legge, il riferimento alla tradizione per perpetuare la forma corretta di comportamento.

Ciò coinvolge anche la filosofia del Confucianesimo che, al di là dello spirito originario, ha tramandato modi e stili  sclerotizzati, puramente formali e ha permesso la creazione di una “shame culture”, una cultura della vergogna, in cui il rispetto delle regole si ottiene attraverso determinati modelli di comportamento. Chi non si adatta, riceve il biasimo della comunità, della massa, che sopravanza, sommerge e cancella completamente l’individuo.

Lo consigliamo a...

Agli adulti e ai giovani adulti