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Cassandra a Mogadiscio

Cassandra a Mogadiscio

Autore Igiaba Scego

Casa editrice Bompiani, 2023

Pagine 364

La valutazione del Circolo

Che emozione ci ha lasciato il libro?

In collaborazione con Circolo di lettura sezione soci Coop Firenze nord ovest

I Circoli di lettura sono una comunità di lettori che si ritrovano, una volta al mese, per scambiarsi opinioni e sensazioni su un libro la cui lettura, individuale, è stata decisa di comune accordo.

Trama

Nata in Italia da genitori esuli durante la dittatura di Siad Barre, Igiaba Scego, scrive questo romanzo autobiografico, al tempo stesso, una lettera a una giovane nipote che studia a Montreal, un resoconto storico, e una genealogia familiare. In un continuo rimbalzare tra passato e presente, Igiaba racconta del nonno paterno, interprete del generale Graziani durante gli anni infami dell’occupazione italiana, del padre, luminosa figura di diplomatico e uomo di cultura, della madre, cresciuta in un clan nomade e poi inghiottita dalla guerra civile, delle umiliazioni della vita da immigrati nella Roma degli anni Novanta, della mancanza di una lingua comune per una grande famiglia sparsa tra i continenti e di una malattia che giorno dopo giorno toglie luce agli occhi.

La citazione degna di nota

Jirro in somalo significa “malattia”, letteralmente è così, ogni vocabolario ti riporterà questa spiegazione. Persino Google Translate.
Ma Jirro per noi è una parola più vasta. Parla delle nostre ferite, del nostro dolore, del nostro stress postraumatico, post guerra. Jirro è il nostro cuore spezzato. La nostra vita in equilibrio precario tra l’inferno e il presente. Siamo esseri diasporici, sospesi nel vento, sradicati da una dittatura ventennale, da una delle pi˘ devastanti guerre avvenute sul pianeta Terra e da un grosso traffico di armi che ha seppellito le nostre ossa, e quelle dei nostri antenati, sotto un cumulo di kalashnikov che dalla Transnistria sono sbarcati direttamente al porto di Mogadiscio. Per annientarci

Le nostre riflessioni

Igiaba Scego descrive il suo struggente rimpianto di aver conosciuto tardi la sua città (tornerà adolescente in Somalia per un breve periodo) ed i suoi numerosi parenti, poi sparsi in tutto il mondo. C’è una parola somala che descrive questo sentimento “Jirro” che possiamo tradurre in nostalgia esasperata della terra natia, malessere, trauma.
Una caratteristica particolare è che nel romanzo ci sono moltissime parole o espressioni in lingua somala (con traduzione) che danno una particolare sonorità musicale.
È una scrittura molto accurata, con un ritmo incalzante e che esprime meticolosamente le emozioni che animano la protagonista e i suoi familiari.