Trama
In queste pagine tornano, ormai donne, le protagoniste dell’acclamato romanzo del 2017, L’Arminuta. Come nel primo libro, anche qui l’Arminuta resta senza nome e, dopo essersi lasciata un matrimonio alle spalle, vive a Grenoble, insegna all’ università e si prende cura di un gatto.
Questa nuova vita però non aiuta la donna a sottrarsi al richiamo delle proprie origini e dalla sorella Adriana: in una notte interminabile di viaggio, che la riporterà a Pescara, e più precisamente a Borgo sud, i ricordi della protagonista si alternano al presente e capitolo dopo capitolo viene ricostruito il passato delle due sorelle che hanno affrontato la vita da sole e ora una nuova, dolorosa prova le attende.
Attraverso le tormentate storie d’amore, il rapporto con la famiglia e le diverse scelte di vita, le vicende dell’Arminuta e di Adriana continuano ad emozionare anche in questo romanzo che le vede adulte sì, ma fragili e vulnerabili di fronte alle difficoltà della vita.
La citazione degna di nota
Avevo paura della maledizione. Erano solo vecchie superstizioni, pensiero magico e ignoranza, cercavo di rassicurarmi, ma avevo paura per lei.
Le nostre riflessioni
Trascinati dalle suggestioni dell’Arminuta, abbiamo apprezzato anche questo secondo romanzo, dove l’autrice si è confermata un’abile giocoliera di sentimenti ed emozioni contrastanti, grazie al suo stile di scrittura con cui evoca immagini potenti, tratteggiate con un linguaggio essenziale. Ci ha ricordato “I Malavoglia” sia per le ambientazioni che per i ricorrenti riferimenti alla famiglia d’origine delle due donne.
Il mare e il borgo sono spesso protagonisti accanto ai personaggi: Borgo sud si svela al lettore con i suoi sapori marcati, gli odori e il profondo senso di comunità di chi lo abita. L’Abruzzo emerge dai gesti, nelle pietanze e nell’odore del mare, risuona nei dialoghi e nelle espressioni dialettali di Adriana e della famiglia. Famiglia che torna preponderante anche qui: la mancanza dell’amore genitoriale, i rari sorrisi e le tenerezze in una casa in cui regnano le privazioni, l’ignoranza, le superstizioni si ritrovano nei comportamenti antitetici delle due sorelle adulte. Adriana e l’Arminuta si avvicinano e si respingono, in una sorellanza che si arricchisce di quella complessità propria della crescita.
Attrazione e repulsione, desidero e negazione delle proprie origini: fino alla fine c’è la volontà di liberarsi dal passato che le ha macchiate in modo indelebile, segnando il loro destino. Le differenze che distinguono le due sorelle ci hanno fatto riflettere anche sull’importanza della scuola: i loro destini sono infatti segnati dall’aver avuto o meno l’opportunità di studiare come avviene per le protagoniste del libro “L’amica geniale” di Elena Ferrante.
Ci ha colpito il personaggio di Piero, l’omosessualità negata prima a sé stesso, poi alla famiglia e alla moglie, ne fa un personaggio complesso, mentre la figura dell’Arminuta ci è apparsa un pò inconsistente: resta sospesa, attaccata alle vite degli altri, ma non del tutto consapevole di se stessa.
In Borgo Sud ritroviamo molti più flashback rispetto al primo libro, spesso disorientanti ma molto realistici: questa dimensione atemporale è in grado di rendere coscienti della frenesia con cui gli avvenimenti si presentano ed è giusto che sia così perché la vita è anche questo: le difficoltà non avvisano del loro arrivo.
Lo consigliamo a...
Chi ama storie forti che emozionano.
Chi ha apprezzato L’Arminuta e le sue protagoniste.
Le parole chiave del libro
Abbandono
complicità
famiglia
origini