Trama
Questa è una storia che comincia quando il dodicenne Libero intuisce come si può imparare ad amare, come muoversi dentro il misterioso mondo degli adulti.
Le Grand Liberò, così lo chiama la bibliotecaria Marie, è pronto a conoscere la perdita di sé nel sesso e nell’amore. Lunette lo porta sin dove arrivano, insieme alla dedizione, la gelosia e lo strazio. Quando quella passione si strappa, per Libero è tempo di cambiare. Da Parigi a Milano, dallo Straniero di Camus al Deserto dei Tartari di Buzzati, da Lunette alle “trentun tacche” delle nuove avventure che lo conducono, come un destino di libertà, al sentimento per Anna.
La citazione degna di nota
Ci sono notti che non accadono mai.
Le nostre riflessioni
Con questo romanzo Missiroli ha provocato un avvincente dibattito.
Da un lato è piaciuto moltissimo il racconto dell’evoluzione del protagonista, descritta con delicatezza e una modernità nuova, reputata non banale soprattutto nella scelta del tema principale: la sessualità dagli occhi di un ragazzo che la scopre per la prima volta.
La prima riflessione che scaturisce è su come quasi tutti con la crescita attraversiamo il discorso del sesso in un modo o nell’altro, ed è interessante come l’autore descrive il forte legame tra sessualità e letteratura: sono stati infatti molto apprezzati sia i riferimenti letterari sia quelli cinematografici, che ha fatto sentire molte lettrici più coinvolte. In generale una parte del gruppo ha molto apprezzato i personaggi secondari – si augura a tutti un rapporto come quello di Libero con la bibliotecaria Marie! – e la descrizione delle città in cui il protagonista si trova, infatti sembra quasi di poter vedere le strade di Parigi e di Milano attraverso i suoi stessi occhi.
Dall’altro lato, però, qualcuno ha trovato le vicende estremamente forzate se non addirittura false, mal costruite. Alcune scene, infatti, hanno proprio fatto dubitare sulla loro autenticità: non può essere un vero riflesso di ciò che vive, pensa e sperimenta un ragazzo alla ricerca della sua sessualità! Se il primo gruppo ha apprezzato leggere per una volta la visione maschile su questi argomenti, altri lettori hanno trovato ripetitive e prevedibili certe situazioni, già raccontate da altri autori in maniera più innovativa e autentica.
Chi invece non si è sentito di schierarsi nettamente, ha trovato che in generale il racconto si legga bene, che sia un punto di vista che non si trova spesso, ma che il finale sia effettivamente banale. Una lettura che alla fine lascia poco, non regala al lettore molti spunti di riflessione al di là di quelli affrontati nelle pagine.
Per quanto riguarda il titolo il gruppo ha riflettuto su come l’”oscenità” di cui parla l’autore non sia necessariamente letterale, ma più un tentativo di andare oltre la morale comune, racchiudendo ciò che va necessariamente fuori dalle righe… come questo romanzo!
Lo consigliamo a...
A tutte le ragazze.
A tutte le donne.
A tutte le mamme!
Le parole chiave del libro
Sessualità
formazione
crescita
letteratura