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Alma

Alma

Autore Federica Manzon

Casa editrice Feltrinelli, 2024

Pagine 267

La valutazione del Circolo

Che emozione ci ha lasciato il libro?

In collaborazione con Circolo di lettura sezione soci Coop Arezzo

I Circoli di lettura sono una comunità di lettori che si ritrovano, una volta al mese, per scambiarsi opinioni e sensazioni su un libro la cui lettura, individuale, è stata decisa di comune accordo.

Trama

Alma è il nome della protagonista di questa storia, che la segue da quando è bambina e vive a Trieste a quando, dopo essersene andata, torna nella sua città per recuperare l’eredità di suo padre.

Il romanzo, in realtà, ha due protagoniste: Alma e Trieste. Trieste è una città di confine e per questo inquieta, composta da tante parti che non sempre riescono a essere armoniche tra di loro, piena di attriti. Alma, come Trieste è attraversata da mille inquietudini. Proprio come la città in cui è cresciuta, Alma sperimenta la libertà e il disorientamento che derivano dalle zone di confine, cioè un ‘di là’ che incute terrore ma allo stesso tempo esercita una forte attrazione e un ‘di qua’ che rimane sempre il posto in cui poter tornare.

La protagonista del romanzo è come se crescesse su una specie di faglia: da una parte il mondo balcanico di suo padre, irregolare, rumoroso, imprevedibile; dall’altro ci sono i nonni materni, austroungarici, borghesi, intellettuali.

Il padre di Alma incarna una geografia, un luogo, perché lui è nato oltreconfine e lì continua a lavorare, facendo un continuo avanti e indietro, su e giù, senza che si sappia mai quando arriva, riappare o scompare. È una figura misteriosa ma anche che trasferisce alla figlia la vera idea di libertà, quella che implica l’andarsene, il decidere quale sia la propria terra, il sentire quali sono i luoghi che ti richiamano e a cui senti di appartenere.

Se il padre è la geografia, i luoghi, l’andare, i nonni sono la Storia, l’Impero che è andato, ma che è ancora vivo.

Nella vita di Alma, ad un certo punto, arriva Vili, un ragazzino suo coetaneo che scappa dalla guerra in Serbia e che viene accolto dalla sua famiglia. Vili è lo specchio di Alma, qualcuno che la capisce nel profondo perché anche lui vive lo stesso spaesamento, ma di senso opposto. Alma fatica a capire chi lei stessa sia, per eccesso di libertà: può appartenere alla città nella tradizione dei nonni, attaccata alla terra; può decidere di appartenere al mondo oltreconfine di suo padre oppure al mondo disordinato e un po’ folle della madre. La sua difficoltà sta nel capire come tenere tutto insieme. Vili, invece, sa benissimo chi è, a quale mondo appartiene, quali sono i suoi luoghi e il suo popolo, ma è costretto a fuggirne.

La citazione degna di nota

Tutto dipende dalla geografia e non dalla storia. Il passato e la memoria sono sopravvalutati, in nome della memoria si cercano le grotte con le ossa, si disseppelliscono i morti invece di lasciarli in pace, si aprono conti che erano stati chiusi miracolosamente.

Le nostre riflessioni

È un romanzo di eredità, cioè di ricerca della memoria e della storia, ma anche della geografia, dei luoghi. È un romanzo di confine, dove cioè convivono memoria, storia, geografia, radici e libertà, una convivenza scomposta, inquieta e solo per questo possibile.

Il gruppo di lettura ha trovato il libro un po’ faticoso, privo di slancio nella descrizione dei caratteri dei personaggi, come pure del periodo storico di contorno, che avrebbe potuto essere delineato con maggiore puntualità e vivacità ; pensiamo alla lacerazione della ex Jugoslavia e il conseguente conflitto dei Balcani, ma anche alla vicenda straordinaria di Trieste Città dei matti, dove cominciavano a farsi strada le teorie e la pratica di Franco Basaglia.

Lo consigliamo a...

A coloro che non riescono a mettere a fuoco le proprie radici.