L’asilo, il trasloco, New York

Circolo di lettura sezione soci San Giovanni Valdarno
Circolo di lettura sezione soci San Giovanni Valdarno
I Circoli di lettura sono una comunità di lettori che si ritrovano, una volta al mese, per scambiarsi opinioni e sensazioni su un libro la cui lettura, individuale, è stata decisa di comune accordo.

L’asilo

All’asilo si troverà bene. Mia sorella ha una casa al mare in mezzo a una pineta
molto gradevole. Da diversi anni ha deciso che la seconda parte del mese di giugno
ci andiamo insieme, il resto del periodo estivo è riservato ai suoi tre figli e agli otto
nipoti. È ormai un rituale molto piacevole, ogni anno a giugno ci prepariamo per
andare a passare insieme una vacanza al mare.

A me piace tornare nei posti che conosco, è come ritrovare vecchi amici, rivedo le care passeggiate in pineta, quell’albero tutto piegato dal vento, la siepe piena di more ancora acerbe, le dune piene di gigli di mare.

Quest’anno c’è con noi una novità, abbiamo deciso di portare con noi i tre figli di una nipote, sette, cinque, e tre anni. è un regalo che le facciamo, da quando è nato il primo bambino la coppia non ha più avuto un periodo di riposo, non hanno suocere o madri nella stessa città e non hanno possibilità economiche per una baby-sitter.

“Zia”, mi dice mia nipote, “ti sono molto grata e ti chiedo in più due piaceri: la piccola non sa dire ancora la ‘d’ e la ‘f’ e non mangia la carne. A settembre andrà all’asilo, provi tu a educarla un po’?” La piccola mi si affeziona subito poiché io la faccio giocare, la vesto, la pettino, la tratto come una bambola, la chiamo principessa, principessa, principessa bella.

Oggi ho provato a fare un passo azzardato: ho cucinato delle polpette di carne. Alcune hanno un cuore di formaggino e dico a questi nipoti: bambini, vediamo chi di voi per primo trova la polpetta con il cuore! La piccola, vivacissima, addenta una polpetta e “zia” ma che c—o hai cucinato!” non saprà dire la ‘d’ e la ‘f’ ma l’ultima lettera dell’alfabeto la dice bene e
chiara. All’asilo si troverà bene.

Il trasloco


“Mamma, è tutto pronto possiamo andare, ecco, sono una dozzina di colli” ….”Colli? piuttosto colline, anzi montagne! Va bene che è un trasloco ma sembra di dover traslocare anche i mobili a giudicare dalle dimensioni di codesti colli, il pezzo più piccolo è una valigia grossa quanto me.”
“Non brontolare tanto e andiamo che è già arrivato il taxi merci e babbo sta già caricando la prima valigia. Prendi l’ascensore e parla a voce bassa ché i condomini sono molto noiosi”.
È in effetti un palazzo lussuoso: marmi, specchi, luci, tutto ricorda che siamo in uno dei palazzi più famosi della Berlino bene. Siamo qui ospiti di un amico.

Ci siamo stati per tutto il tempo che lui era in viaggio. Ora dobbiamo traslocare, domani lui ritorna. Intanto abbiamo trovato un piccolo appartamento proprio adatto alle nostre tasche. Lavoriamo tutto il giorno nella nuova abitazione ma la sera stanchi, pieni di dolori e di sonno, dobbiamo tornare a dormire di là poiché il negozio che ci doveva portare letti e materassi ci ha telefonato: piccolo disguido si porta tutto domani. Beh, succede, non è una tragedia.

Per fortuna abbiamo dove poter andare a dormire ancora per una notte. Si chiama un altro tassì e si torna al vecchio indirizzo… Nel lussuoso atrio, in mezzo ai marmi bianchi, illuminato da splendidi lampadari di cristalli di Boemia, riflesso dagli specchi delle pareti, fa mostra di sé un colle sgangherato, una valigia di cartone a quadrettoni blu bianchi e neri… è stato lì tutto il giorno, chissà i condomini come saranno arrabbiati! In silenzio la spingiamo in
ascensore e saliamo anche noi. Io inizio a ridere pensando alla faccia dei signori condomini che per tutta la giornata hanno dovuto sopportare l’inquietante presenza…. rido rido rido…

“Ma mamma cosa hai fatto? Sul pavimento dell’ascensore c’è un piccolo lago tra i tuoi piedi… e ora mi tocca pulire, sono stanca e non ne posso più!” “Piccola, non ti preoccupare, ci penso io! Mi hai detto che la tua dirimpettaia ha un cane”… Entro nell’appartamento e esco dopo due minuti per mettere con il nastro adesivo in evidenza un bel biglietto scritto in tedesco: “Si prega i proprietari dei cani di non far usare ai loro animali l’ascensore come wc”.

New York

New York amo questa città, anche se non so cosa la rende così affascinante, così cara a chi la conosce, così desiderata a chi non la conosce. Forse perché la cinematografia del dopoguerra ce l’ha resa amica ci sembra che sia casa anche nei posti dove fa più paura.

Mia figlia vive a Manhattan. Ora si è sistemata molto bene ma ha vissuto in quartieri difficili dove da un lato all’altro della strada c’era una enorme, abissale differenza. Quando andavo a trovarla si raccomandava sempre: ‘Mamma, stai su questo marciapiede non sull’altro; mamma non guardare le persone con insistenza come fai di solito…’ Ed io ritrattista curiosa e cocciuta mi sono ritrovata vicina ad essere picchiata una volta che ferma ad un semaforo avevo guardato, forse con palese insistenza, un giovanotto in bicicletta.

New York. Invitiamo una coppia di nostri amici italiani una sera a cena dal cinese. Ci sono
ristoranti di tutto il mondo ma il cinese rimane anche in America il più economico e il più frequentato. Alla fine della cena ci offrono i biscotti della fortuna, uno ad ognuno. Cosa c’è scritto sul tuo? cosa c’è scritto sul tuo? cosa c’è scritto sul tuo? Sul mio non c’era niente. Ma come niente? No, sulla pasta non c’è scritto niente. Ma c’è un biglietto dentro! Ah, ecco come
mai il biscotto era tanto duro. Stavo giusto pensando: ma che denti hanno i cinesi di New York! Fortuna che non mi sono rotto i miei. Ecco perché è chiamato biscotto della fortuna.
New York, New York

A cura di Titta


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