«Maccarone, m’hai provocato e io ti distruggo adesso, maccarone. Io me te magno!». Questa è la celebre battuta che Nando Mericoni (Alberto Sordi) pronuncia nel film Un americano a Roma davanti a un piatto della cucina italiana a cui non sa resistere. Il cibo italiano spesso è stato protagonista al cinema e in letteratura, è molto apprezzato in tutto il mondo ed è considerato un importante fattore di identificazione dell’immagine dell’Italia all’estero.
Questo successo è riscontrabile anche sul piano linguistico: l’italiano, infatti, è una delle grandi lingue di cultura a livello mondiale e ha dato un notevole contributo in campi come la letteratura, l’arte, la musica e la cucina. È interessante dunque soffermarci sugli italianismi, cioè sui prestiti lessicali entrati nelle altre lingue grazie al prestigio italiano. Molti di questi riguardano il cibo: basti pensare a parole come pizza, attestata nei dizionari francesi, inglesi e tedeschi già nell’Ottocento, cappuccino, espresso, risotto e spaghetti, che hanno avuto larga diffusione nel mondo.
Per farci un’idea più ampia degli italianismi gastronomici nelle lingue straniere (in particolare francese, inglese e tedesco) possiamo consultare il Dizionario di italianismi in francese, inglese, tedesco (DIFIT), diretto da Harro Stammerjohann, pubblicato dall’Accademia della Crusca (2008) e consultabile anche in versione elettronica negli Archivi digitali del VIVIT – Vivi italiano. Il portale dell’italiano nel mondo: scopriamo, per esempio, che la parola focaccia entra in inglese all’inizio dell’Ottocento; ancora più antica è mortadella, presente in francese (mortadelle) già nel XV secolo, in inglese e in tedesco rispettivamente nel Seicento e nel Settecento.
Tra i tipi di pasta più conosciuti, oltre a spaghetti, ricordiamo lasagne, forma attestata in francese già intorno alla metà del Cinquecento, in inglese nel Settecento e in tedesco nel XIX secolo; maccheroni (con adattamenti a seconda delle lingue) si trova in francese a partire dal XVI secolo e in inglese nel Seicento; tagliatelle è presente nei dizionari francesi, inglesi e tedeschi alla fine dell’Ottocento.
La maggior parte delle parole italiane del cibo sono entrate nelle lingue straniere soprattutto nel corso del Novecento, per esempio bruschetta, cappuccino, carpaccio, ciabatta, crostini, espresso, fettuccine, mozzarella, panini (forma assunta come singolare in francese e in inglese, al plurale paninis), tortellini e molte altre.
Concludiamo con i dolci e a tal proposito non possiamo non ricordare il termine panettone, che entra in inglese alla fine dell’Ottocento, e tiramisù, diventato davvero internazionale e presente in oltre venti lingue.
( a cura di Francesca Cialdini)
Riferimenti bibliografici
- Paolo D’Achille, Che pizza!, Bologna, il Mulino, 2017.
- Giovanna Frosini, La cucina degli italiani: tradizione e lingua dall’Italia al mondo, in Giada Mattarucco (a cura di), Italiano per il mondo. Banca, commerci, cultura, arti, tradizioni, Firenze, Accademia della Crusca, 2012, pp. 85-107.
- Matthias Heinz, Osservatorio degli italianismi nel mondo. Punti di partenza e nuovi orizzonti. Atti dell’incontro OIM, Firenze, Villa Medicea di Castello 20 giugno 2014, Firenze, Accademia della Crusca, 2017.
- Harro Stammerjohann et al. (a cura di), Dizionario di italianismi in francese, inglese, tedesco (DIFIT), Firenze, Accademia della Crusca, 2008 [consultabile nel VIVIT – Vivi italiano. Il portale dell’italiano nel mondo: http://www.viv-it.org/schede/archivi-digitali; http://www.italianismi.org/].
- Harro Stammerjohann, Italianismi, in Enciclopedia dell’italiano, a cura di Raffaele Simone, Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana, 2010, pp. 708-711 [consultabile anche all’indirizzo https://www.treccani.it/enciclopedia/italianismi_(Enciclopedia-dell’Italiano)/].
- Harro Stammerjohann, La lingua degli angeli. Italianismo, italianismi e giudizi sulla lingua italiana, Firenze, Accademia della Crusca, 2013.