A maggio, a Lucignano (AR), prepariamoci a vederne e a sentirne delle belle. In questo paese della Valdichiana, raccolto in una suggestiva cinta muraria ellissoidale, il pomeriggio delle domeniche 19 e 26 maggio, dalle 16, ma anche la notte di martedì 21 con suggestivi giochi di luce, si svolgono le sfilate della “Maggiolata di Lucignano”. Giunta alla 85ª edizione, è nata nel 1937 riallacciandosi alle feste di primavera della Valdichiana aretina e senese, durante le quali, per celebrare la buona stagione e propiziare i raccolti, sfilavano carri ricoperti di fiori, soprattutto di ginestra, localmente chiamata Maggio, che ha dato il nome alla manifestazione.
«Oggi è vietato raccogliere le ginestre – dice Guido Perugini, presidente dell’Associazione Maggiolata Lucignanese -: sono sostituite da gerbere, rose, margherite e soprattutto garofani di ogni colore, quest’anno 140mila in totale. Con un grande impegno economico, i fiori sono ordinati da grossisti di tutta Italia che, in camion refrigerati, i venerdì sera precedenti le due domeniche li portano in paese».
Al lavoro di notte
La notte di venerdì e tutto il giorno di sabato, centinaia di volontari sistemano pazientemente questa marea colorata e profumata sui quattro carri dei rioni in cui è diviso Lucignano: Porta San Giusto, Porta San Giovanni, Porta Murata e Via dell’Amore. Il lavoro è frenetico e avviene nel più assoluto segreto, secondo progetti studiati e approntati da esperti fin da gennaio: sui carri è creata una struttura metallica alta anche 5 metri, coperta di paglia a sua volta completamente rivestita di fiori per creare disegni che si richiamano a un soggetto sempre diverso: quest’anno “I generi musicali”.
Poi inizia la competizione: preceduti da un corteo storico con tamburi e chiarine, i carri sfilano per le strette strade in mezzo a migliaia di spettatori, lucignanesi e non. «Dietro i fiori, musiche e danze – prosegue il presidente -. Se un tempo una fisarmonica e un flauto accompagnavano canzoni e stornelli, magari scritti per l’occasione, e tanti giovani ballavano il trescone, la mazurca, la giga e la quadriglia, antiche danze pronube, cioè propiziatrici di nuovi amori, oggi la sfilata è animata da gruppi folcloristici e bande provenienti da varie regioni italiane, per uno spaccato delle tradizioni nazionali».
A colpi di… fiori
La seconda domenica, al termine dell’ultima sfilata, ecco il culmine della festa, la battaglia dei fiori: i carri vengono assaliti dagli spettatori gioiosamente urlanti che strappano i fiori e se li gettano addosso: «In una mezzora le strade e le piazze sono trasformate in un tappeto colorato e profumato – aggiunge Perugini -. C’è della malinconia, perché la festa è terminata, ma è anche il segno dell’esaltazione collettiva e del lungo lavoro precedente questa celebrazione così identitaria».
Ma non è finita: la notte del 26, la giuria, formata da un presidente (che non è quello dell’Associazione Maggiolata), un costumista, un architetto, un ingegnere e un esperto di fiori, i cui nomi rimangono segreti fino all’ultimo, legge il verdetto: per il rione vincitore è festa grande, come è cocente la delusione per gli altri. Viene consegnato il trofeo, la riproduzione del Grifo d’oro, stemma di Lucignano, mutuato da quello di Perugia, testimonianza dell’antica dominazione della città umbra.
Non manca l’aspetto culinario, conclude il presidente: «Questo è il territorio della chianina e dell’aglione, da non molto riscoperto e rivalutato. Le cuoche sono al lavoro per omaggiare, conservare e promuovere la tradizione: ecco serviti saporiti pici all’aglione e una succosa bistecca».
Per assistere alla Maggiolata, si paga un biglietto: la domenica 10 euro, il martedì 8 euro, con riduzioni per i soci Unicoop Firenze.
Per informazioni
maggiolatalucignanese.it