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Le parole di Hurbinek

Dal 10 al 27 gennaio a Pistoia. Fra gli incontri una riflessione sulla tragedia in Palestina

Scuola, teatro, lezioni civili. Torna a Pistoia, in diversi luoghi della città, dal 10 al 27 gennaio Le parole di Hurbinek” – realizzata anche con il sostegno di Unicoop Firenze -, rassegna che trasforma il Giorno della Memoria in una serie di iniziative su più giorni, per stimolare un dibattito sul valore delle parole.

Chi è Hurbinek, prima di tutto? «Hurbinek, che aveva tre anni e forse era nato in Auschwitz e non aveva mai visto un albero», scrive Primo Levi ne La tregua, è l’emblema del dolore, in quel suo ripetere un’unica parola incomprensibile, vittima innocente di cui nessuno saprà comprendere il linguaggio. «Il bambino Hurbinek ci richiama in modo inesorabile ai nostri obblighi, ci chiede conto del nostro operato – dice l’ideatore e curatore Massimo Bucciantini -. Per questo siamo qui, esigenti come sempre, a prendere la parola, a non restare in silenzio. Senza dimenticare niente di quel passato, ma anche consapevoli che quello che sta accadendo apre nuovi interrogativi su ciò che credevamo non accadesse mai più».

Toni Servillo e gli altri

È la parola “fuga”, intesa come fuga dal nostro essere umani, il fil rouge di questa quarta edizione della rassegna: ai molti ospiti il compito di fornire analisi e spunti di riflessione. Come Nicola Lagioia che, dalla Genesi all’Iliade, da Lev Tolstoj a Carl Gustav Jung a Simone Weil, ripercorre 2500 anni di letteratura provando a leggere la nostra attitudine distruttiva (e autodistruttiva) non solo come un problema legato ai contesti in cui volta per volta gli scontri bellici maturano, ma come una malattia della specie di cui facciamo parte (“Todesfuge. La guerra come malattia della specie”, il 18). O come Toni Servillo, che presenta il 19 un classico della letteratura yiddish con la lettura scenica di Spinoza di Via del Mercato, il racconto di Isaac Bashevis Singer, premio Nobel per la Letteratura nel 1978, nato in Polonia ed emigrato negli Stati Uniti nel 1935 per fuggire alla minaccia antisemita. O come le lezioni civili di Massimo Cacciari “Impotenza della parola” (27) e di Paola Caridi, il 26 nella Sala soci Coop di viale Adua, con “Gaza è Auschwitz. Non è Auschwitz. Non è meno di Auschwitz”. Il titolo, spiega Caridi, «è un modo per provare a non mettere un velo sulle parole. Perché per alcuni versi Gaza è Auschwitz, per altri versi Gaza non lo è, e per altri versi non è da meno di Auschwitz. Cioè bisogna riconoscere un’unicità da una parte, e dall’altra, come ci insegna la Convenzione sul Genocidio, che i genocidi sono, ahimè, banali, e possono compierli tutti».

Tempo di crudeltà

Se la data del 7 ottobre 2023, con l’attacco di Hamas a città e villaggi israeliani, resta scolpita nella memoria di tutti noi, bisogna ricordare, che «non è iniziato tutto il 7 ottobre: la questione israelo-palestinese ha una storia molto più lunga».

Secondo Caridi, quanto avvenuto nella Striscia di Gaza in questi due anni «è la cosa più grande, enorme, indicibile che ci è successa dopo la Seconda guerra mondiale», e si porta dietro anche il rischio di un ritorno dell’antisemitismo. Ma «non bisogna mai confondere l’ebraismo con il popolo israeliano, nonostante che lo Stato di Israele si stia sovrapponendo con l’ebraismo, mettendo gli ebrei in prima linea e dando loro una responsabilità che non hanno».

Proprio come è successo con l’islamofobia «quando a causa di attentati compiuti da persone arabe di fede musulmana l’Islam è diventato l’Islam del terrore. Dobbiamo chiamare le cose con il loro nome: questo è razzismo, in tutti e due i casi».

Da quale parola sono dunque contrassegnati questi nostri tempi? «Crudeltà, sono tempi crudeli. Perché siamo rimasti non tanto impotenti quanto sguarniti di fronte all’umanità». Una crudeltà che va in onda quotidianamente: «Il fatto che ci sia un’alluvione a Gaza oggi (11 dicembre, ndr), non è meno crudele del bombardamento dei palazzi andato in onda per due anni. E noi non stiamo facendo nulla. Non è crudele?».

Incontro in sala soci

Il 26 gennaio, alle 17.30, nella sala soci “Gualtiero degl’Innocenti” di viale Adua, incontro con la giornalista e blogger Paola Caridi (nella foto).

Per informazioni

leparoledihurbinek.it
Alcuni incontri sono a pagamento.

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