L’arte che sorride

I capolavori che regalano il buonumore anche a distanza

Ci ha costretto in casa, facendoci rinunciare a viaggi e visite culturali. Ma il Coronavirus non ci ha impedito di volare con mente e anima grazie a libri e riviste o agli strumenti che la tecnologia ci mette a disposizione. E infatti basta un clic per scoprire che i grandi Maestri dell’arte ci hanno donato molte opere che suscitano il sorriso (e ne abbiamo tanto bisogno).

Andrea Pisano è l’autore della grandiosa porta bronzea (quella a sud) del Battistero di Firenze. Gli è attribuita anche la Madonna con Bambino, terracotta invetriata conservata all’Opera del Duomo. Quanto è umana questa madre dal sorriso dolce e scherzoso che solletica il collo del suo bimbo; lui, con espressione sorpresa e divertita, cerca di allontanare con le sue manine quella grande e forte della mamma. Lo stesso atteggiamento che troviamo nella Madonna del solletico di Masaccio agli Uffizi.

Centrale nel primo cortile di Palazzo Vecchio è il Putto del Verrocchio (ma è una copia, l’originale si trova nel Terrazzo di Giunone): il sorridente bimbetto gioca con un delfino che sta malvolentieri allo scherzo. Anche il magro Pescatorello di Vincenzo Gemito (al Museo nazionale del Bargello di Firenze) ha l’aria soddisfatta. Ma la situazione è diversa: per lui il pesciolino, che vuol guizzare via, è di vitale importanza (se gli scappa, non mangia!), mentre per il florido putto verrocchiesco il pescione è solo un gioco.

Caravaggio, autore di grandiosi drammi pittorici, forse si è divertito (e diverte anche noi) con il Ragazzo morso da un ramarro (Fondazione Longhi, Firenze): un marcantonio schifato da una bestiolina. Naturalmente per il Merisi la buffa circostanza è solo la scusa per cogliere l’attimo, quasi da fotografo di strada, e per dipingere dei meravigliosi giochi di luce sulla pelle del ragazzo e su una bottiglia di vetro piena d’acqua.

Andrea del Sarto è l’autore del Cenacolo al Monastero di San Salvi a Firenze. Nella parte superiore dell’affresco due uomini, affacciati a una terrazza che dà sulla stanza, assistono all’Ultima Cena, evento capitale per Gesù e per il Cristianesimo: il Signore istituisce l’eucarestia e Giuda sta per tradirlo. Nonostante la solennità del momento, il concitato dialogo fra gli apostoli e il vicino dramma, è sapida la scenetta dei due uomini in alto: quello con il braccio sinistro appoggiato alla balaustra e la mano destra sul fianco, rivolto verso l’amico che sta portando via un vassoio, pare dirgli: «Ehi, vieni a vedere»; l’altro, indaffarato, sembra rispondere: «Ho già visto, grazie; non m’interessa»

L'arte che sorride

Il diavolo nel Battistero di Firenze avrà sicuramente terrorizzato gli animi semplici degli uomini medievali, ammonendoli sulle pene dell’inferno. Per noi questo diavolone, pur con il suo truculento muso, risulta comico, pelato com’è, con quelle gran corna e le due orecchie da cui escono altrettanti serpenti. A dire il vero ci sta anche simpatico, visto che, con aria soddisfatta, sta masticando Giuda, il peggiore dei traditori.

Michelangelo non ha creato solo drammatiche Pietà e sublimi eroi: con il Bacco ebbro, al Bargello, il genio di Caprese ha scolpito un giovane dio che, pur atletico, avanza con passo incerto ed equilibrio instabile; intanto, la bocca aperta dall’espressione un po’ ebete, guarda con occhi avidi la coppa colma di vino.

Gli affreschi del Signorelli e del Sodoma a Monte Oliveto Maggiore illustrano le Storie di San Benedetto. Oltre a tante scene edificanti ce n’è una, molto realistica, di due omaccioni che si azzuffano furiosamente. In una rissa non ci sarebbe niente da ridere; ma se, nella foga, uno mette un dito nel naso all’altro, è inevitabile il sorriso

Anche fuori Toscana non mancano le sorprese. In genere San Giuseppe è ritratto piamente calato nella parte di padre di famiglia oppure quasi sconsolato e incredulo per quanto gli è accaduto. Ma c’è un San Giuseppe, dal tono popolaresco, che ci piace tanto, quello della Cappella di San Sebastiano a Marmora (Cuneo): è raffigurato mentre, con aria golosa, prepara la zuppa. Marito premuroso e femminista ante litteram o malfidente delle virtù culinarie della Madonna?

Nei Musei Vaticani a Roma, su un’anfora, sono raffigurati Achille e Aiace che giocano ai dadi. Beccati! Il comportamento non è certo eroico. E se ne possono aspettare delle belle, dato il carattere dei due eroi, oltremodo“fumini”.

Una marmorea mano aperta saluta chi passa per piazza degli Affari a Milano. Oh, disdetta! a questa mano si son rotte quattro dita. A quanto pare l’autore, Maurizio Cattelan, non vuole insultare nessuno ma, guarda caso, è integro, e ben ritto, solo il medio, e proprio davanti al palazzo della Borsa, tempio italiano degli affari.

A buon intenditor…

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