Intervista impossibile a Natalia Goncharova

Dal 28 settembre le sue opere saranno in mostra a Palazzo Strozzi. Per i soci Unicoop Firenze ingresso in convezione e visite guidate gratuite la domenica pomeriggio

Donna d’avanguardia

Anticonformista e controcorrente, Natalia Goncharova è la protagonista a Palazzo Strozzi, a Firenze, di una grande retrospettiva, la prima in Italia, che ripercorre vita e produzione artistica dell’artista russa. Come si racconterebbe, se fosse ancora viva? Piccola intervista immaginaria a una delle principali figure femminili delle avanguardie di primo Novecento.

Il suo compagno di tutta la vita, Mikhail Larionov, anch’egli artista e teorico del Raggismo russo nel 1913, ha coniato per lei il termine di “tuttismo”.

Ah, Mikhail! (ride) Sa che una volta ho schiaffeggiato chi mi ha chiamata “Madame Larionova”? Ci siamo incontrati nel 1900, avevamo 19 anni, abbiamo passato tutta la vita insieme, ma all’insegna di un’unione sentimentale aperta: ci siamo sposati solo nel 1955 e con l’unico scopo di garantire a chi fosse sopravvissuto di ereditare le opere dell’altro. Mikhail coniò il termine “tuttismo” quando a Mosca, era il 1913, si aprì una mia retrospettiva, la prima dedicata in Russia a un artista dell’avanguardia: era una personale che comprendeva quasi ottocento opere tra dipinti, acquerelli, pastelli, disegni per teatro, tessuti, ricami, figurini di moda, carta da parati e “lubki”, le stampe popolari. Avevo solo 32 anni. In dodicimila vennero a visitarla.

Il suo debutto è solo di qualche anno prima, nel 1910. In quella mostra presenta alcuni nudi femminili, che vengono sequestrati. Viene accusata di pornografia e offesa alla morale, ma al processo verrà assolta.

E non sarà l’unica volta. Sa che sono stata la prima artista donna ad avere esposto nudi in Russia? “La Voce di Mosca” scrisse che «la cosa più rivoltante di tutte è che l’autore sia una donna. Influenzata da elementi un po’ malati e di una decadenza volgare, che si è permessa di oltrepassare i limiti della decenza». Comunque noto che il tempo passa, ma le cose non cambiano, dato che il video promozionale della mostra a Palazzo Strozzi è stato inizialmente censurato da Instagram, che ne ha impedito la pubblicazione perché presenta «immagini raffiguranti nudità e porzioni di pelle eccessive». Invito il pubblico a osservare, in mostra, l’opera Modella (su sfondo blu), e a farsi, autonomamente, un’idea riguardo all’offesa alla morale…

Prima artista donna a essersi affermata a livello internazionale, ha unito tradizione popolare e religiosa russa alle istanze della modernità occidentale, guardando a Gauguin, Matisse, Picasso e fiancheggiando i futuristi.

All’inizio imparavo principalmente dagli artisti francesi contemporanei: Cézanne, Gauguin, Matisse, Picasso. Quanto al Futurismo, ho conosciuto Marinetti nel 1914, quando è venuto a Mosca. Tentò di presentare il Futurismo russo come prolungamento orientale del suo Futurismo, ma noi abbiamo sempre affermato la nostra autonomia. La verità è che sono passata attraverso tutto ciò che poteva offrire l’Occidente e anche attraverso tutto quello che, partendo dall’Occidente, la mia patria ha creato. Ma l’arte del mio Paese è di gran lunga e incomparabilmente più profonda e significativa di ogni altra a me nota in Occidente.

Nel 2008 il dipinto Fiori è stato battuto all’asta da Christie’s a Londra per 10,8 milioni di dollari, in quel momento cifra record per un dipinto di un’artista donna.

Ma non cercavo di battere alcun record! Ho solo vissuto la mia “vita all’avanguardia” con grande forza e spirito libero. Sì, certo, poi sono stata la prima donna a dipingersi il volto e il corpo nel corso di una performance che attraversò le strade di Mosca, era il 1913; o a ballare il tip tap, nel primo film dell’avanguardia russa Dramma nel Cabaret futurista n. 13; o a disegnare gli abiti di scena per l’impresario teatrale Serge Diaghilev e a lavorare stabilmente per i Ballets Russes. Ma tutto ciò è stato solo conseguenza della mia scelta di essere controcorrente. E ho spesso incitato le donne a credere di più in se stesse, nei loro sforzi e nei loro diritti: scrissi anche una lettera aperta su questo argomento.

“Natalia Goncharova. Una donna e le avanguardie tra Gauguin, Matisse e Picasso”

Firenze, Palazzo Strozzi
28 settembre 2019-12 gennaio 2020

Per i soci ingresso in convenzione (10 euro) e visite guidate gratuite su prenotazione la domenica pomeriggio (tel 0552469600).

Pausa d’arte

Tutti i mercoledì, alle ore 14, a partire dal 9 ottobre. Una speciale pausa pranzo dedicata all’arte. Una visita ogni 30 minuti 30 minuti per scoprire l’arte di NATALIA GONCHAROVA guidati dagli studentidel corso didattica per i Musei dell’Accademia di Belle Arti di Firenze. Attività gratuita con il biglitto d’ingresso alla mostra.
Non è necessaria la prenotazione

Speciale 2X1 per tutti i soci Coop Unicoop Firenze che parteciperanno a pausa d’arte:
Due biglietti al prezzo di uno (euro 13,00). Tutti i giorni dalle 10 alle 20 (giovedì fino alle 23) fino al 12 gennaio 2020

Visite della domenica

Ogni domenica alle ore 16.30 visita guidata gratuita e biglietto ridotto a euro 10,00 (anziché euro 13,00). Prenotazione obbligatoria

INFO E PRENOTAZIONI SIGMA CSC
055 2469600 prenotazioni@palazzostrozzi.org
www.palazzostrozzi.org

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