Dal cannocchiale all’occhio dei satelliti e dei grandi telescopi spaziali, dalla visione geocentrica che metteva la Terra al centro dell’Universo a quella eliocentrica che al centro metteva invece il Sole: la mostra “Splendori celesti. L’osservazione del cielo da Galileo alle onde gravitazionali”, che si apre negli spazi dell’ex dormitorio di Santa Maria Novella a Firenze il 16 dicembre, racconta la rivoluzionaria concezione galileiana della scienza e le fondamentali scoperte dello scienziato toscano, accompagnando il visitatore fino al presente e al futuro della ricerca astronomica.
La mostra, curata da Filippo Camerota, direttore scientifico del Museo Galileo di Firenze, in collaborazione con Paolo Galluzzi, presidente onorario del museo, è una delle principali iniziative realizzate per celebrare i 400 anni dalla pubblicazione del Saggiatore di Galileo Galilei, il libro che ha posto i fondamenti del moderno concetto di scienza, basato sull’osservazione e sulla sperimentazione.
Il Saggiatore nasce da una disputa sull’origine delle comete fra Galileo e il gesuita e astronomo Orazio Grassi: un vero e proprio conflitto fra due diversi sistemi del mondo, fra la scienza “libresca” del secondo, basata sui libri degli antichi e sull’astrazione, e quella fondata sulle esperienze e su rigorosi principi matematici del primo.
Speciale per i soci Unicoop Firenze
Ingresso in convenzione per i soci Unicoop Firenze e, la domenica, visite guidate gratuite con il pagamento del solo biglietto ridotto (3 euro invece di 5). Le stesse condizioni a 3 euro sono anche per un accompagnatore. Le date di dicembre sono complete. Disponibili le prenotazioni online per le date di gennaio.
Grazie al cannocchiale
È nella dedica degli Accademici Lincei a Urbano VIII – Il Saggiatore fu sostenuto e pubblicato dall’Accademia, e offerto come dono augurale al neoeletto pontefice – che troviamo l’espressione “splendori celesti” per indicare le comete e, per estensione, i nuovi mondi che il cannocchiale di Galileo permise di vedere per la prima volta nella storia dell’umanità: le montagne della Luna, le macchie solari, le fasi di Venere, i satelliti di Giove e le infinite stelle della Via Lattea.
Il percorso espositivo è articolato in sei sezioni, a loro volta suddivise in sotto-sezioni che prendono spunto da alcuni passi particolarmente importanti del Saggiatore e di altre opere di Galileo.
Dalla riproduzione di alcuni modelli funzionanti che replicano gli esperimenti descritti nel Saggiatore (si tratta delle stesse esperienze messe in scena davanti a Urbano VIII per dimostrare complesse questioni come la formazione della coda delle comete o la rotazione della Terra secondo il modello copernicano); alle pagine in cui Galileo rivendica le sue osservazioni e i «tanti nuovi e meravigliosi discoprimenti nel cielo», costretto anche a difendersi da chi tentava di appropriarsi della paternità delle sue scoperte – «ed alcuni, costretti e convinti dalle mie ragioni, ànno cercato spogliarmi di quella gloria ch’era pur mia, e […] tentarono dopo di me farsi primieri inventori di meraviglie così stupende» -; alle immagini catturate dai telescopi spaziali, che chiudono il quadro della grande avventura dell’esplorazione visiva dello spazio iniziata con Galileo.
Con un’ultima sezione dedicata al matrimonio fra astronomia e arte contemporanea, con tre osservatori astronomici costruiti in varie località del mondo da artisti contemporanei (Hannsjörg Voth in Marocco, Charles Ross nel deserto del New Mexico-Usa, e Libero Reina con il suo Teatro Andromeda in provincia di Agrigento).
Immersioni nelle scoperte
L’allestimento mira poi a coinvolgere i visitatori di tutte le età attraverso la messa in scena delle osservazioni telescopiche di Galileo grazie a installazioni immersive, realizzate dal gruppo CamerAnebbia, capaci di trasmettere l’emozione della scoperta. Inoltre, grazie alla collaborazione con Ego Virgo, l’Osservatorio Gravitazionale Europeo che promuove la cooperazione nel campo della ricerca sperimentale e teorica sulle onde gravitazionali in Europa, ci sarà anche una sala immersiva dedicata al futuro della ricerca in questo campo.
La mostra è visitabile fino al 17 marzo 2024. Info: museogalileo.it, 0552989851