Siamo sinceri: quante volte di fronte a un’opera di arte contemporanea abbiamo pensato «lo so fare anch’io»? O, arresi, abbiamo optato per un più modesto «incomprensibile!»? Talmente indecifrabile da creare equivoci ed esiti sciagurati: qualche anno fa a Padova un’installazione posizionata per strada fu scambiata dai netturbini per un rifiuto, e portata in discarica; o ancora più indietro nel tempo, nel 1978 alla Biennale di Venezia, un imbianchino dipinse quella che pensava fosse una semplice porta e che, invece, era un capolavoro di Marcel Duchamp.
Episodi del genere ce ne sono stati tanti e, in fondo, strappano un sorriso perché ci fanno sentire meno soli nella nostra incapacità di decifrare un mondo artistico complesso. Augurandoci poi di non ripercorrere le orme della sora Augusta de Le vacanze intelligenti (diretto e interpretato da Alberto Sordi, terzo episodio del film collettivo Dove vai in vacanza?) che, in vacanza forzata fra festival e musei, si addormenta su una sedia in una sala della Biennale di Venezia e viene scambiata dagli altri visitatori per un’installazione d’arte contemporanea.
Ma non lasciamoci scoraggiare da tali precedenti e approfittiamo delle molte opportunità che la Toscana offre per tuffarsi nel mondo dell’espressione artistica del nostro tempo, mentre Unicoop Firenze accompagna i soci alla loro scoperta con riduzioni e iniziative speciali.
Ritratti-Scart a Pontedera
Cominciamo proprio dai rifiuti, perché al Palp di Pontedera (Pisa) arriva l’originale mostra “Ritratti-Scart. Il lato bello e utile del rifiuto”. Scart è il progetto artistico e di comunicazione del Gruppo Hera che da 25 anni trasforma scarti di lavorazione industriale in opere d’arte, offrendo una seconda possibilità a materiali che hanno ancora molto da dire e tracciando una strada capace di coniugare etica – all’insegna dell’economia circolare e della sostenibilità – e bellezza.
In questi anni Scart ha realizzato una collezione di oltre mille pezzi fra componenti d’arredo e di design, sculture, quadri, strumenti musicali, costumi di scena e scenografie, realizzate partendo esclusivamente da materiale di recupero, e grazie alle collaborazioni con artisti e alcune fra le più importanti Accademie di Belle Arti italiane. Ecco allora che ritagli di pelle, schede Sim, bottoni, cavi elettrici, cerniere, pulper da macero (ossia gli scarti del processo produttivo cartario), flaconi, rottami d’auto, copertoni, lampadine, montature per occhiali, solo per citare alcuni dei materiali utilizzati, si trasformano anche in ritratti.
Quello che viene proposto al Palp è infatti un percorso tra i grandi del cinema, dello sport, dello spettacolo, della musica – fra gli altri Paola Egonu e Mina, Andrea Bocelli e Federica Pellegrini – proprio grazie a occhi, e mani, capaci di intravedere il bello oltre ogni apparenza, e di allungare la vita degli oggetti potenzialmente all’infinito attraverso la loro trasformazione in opere d’arte. La mostra resta aperta fino al 25 febbraio ed è a ingresso libero.
“Lara-Vinca Masini. La memoria del futuro” al Pecci di Prato
Da Pontedera a Prato, dove il Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci propone una serie di mostre ed eventi che permettono di scoprire nuovi linguaggi e visioni di artisti da tutto il mondo. In “Lara-Vinca Masini. La memoria del futuro” la storica e critica d’arte viene ricordata attraverso un’esposizione incentrata sull’esteso archivio che la studiosa ha costruito, curato e incrementato nel corso della sua carriera e che alla fine ha donato al Centro Pecci.
Il percorso espositivo si articola in forma circolare, ponendo la figura di Masini al centro, attraverso sezioni tematiche dedicate ai suoi interessi e studi, a personalità artistiche su cui ha focalizzato l’attenzione, a vari progetti e pubblicazioni, con l’obiettivo di far conoscere e apprezzare l’attività di questa intellettuale anti-accademica, critica e rigorosa. La mostra chiude il 3 marzo.
Fino al 30 aprile, invece, è possibile vedere i lavori di Adelaide Cioni, prima artista invitata per il progetto “Centro Pecci Commissione 2023”, una iniziativa pensata per la sala più grande e capiente del museo: lavori come Il mondo, realizzato con lane rigenerate, o La grande mano – che celebra il potere della mano in una tela di ampie dimensioni, sottolineandone il ruolo fondamentale nella produzione artigianale, industriale e artistica, ma anche nelle attività digitali che compiamo tutti i giorni, proprio con le dita – accolgono i visitatori, ma offrono anche una particolare esperienza estetica oltre a costituire un’occasione importante per arricchire le collezioni del museo.
Firenze: Anish Kapoor a Palazzo Strozzi e un speciale percorso museale al Museo Marino Marini
Ed eccoci a Firenze, dove prosegue la mostra di Palazzo Strozzi su Anish Kapoor, mentre ill Museo Marino Marini propone un percorso museale unico nel suo genere in città, grazie all’importante e consistente donazione di sculture, dipinti, disegni e incisioni, fatta dallo scultore Marino Marini e da sua moglie Mercedes Pedrazzini, e che costituisce una vera e propria antologia di tutto il lavoro dell’artista.
Il museo conserva 183 opere fra sculture, dipinti, disegni e incisioni, in una disposizione più tematica che cronologica e che fa della luce un elemento centrale e vincolante. Magia su magia per un museo che, non dimentichiamolo, si trova all’interno della ex-chiesa di San Pancrazio: la Cappella Rucellai, che custodisce uno dei capolavori dell’architettura del Rinascimento, il Tempietto del Santo Sepolcro di Leon Battista Alberti, fa parte del percorso di visita del museo stesso, pur mantenendo la sua destinazione di luogo sacro destinato al culto. «Come nell’amore, nell’arte non si può spiegare tutto – diceva Marini -: certe parti rimangono nell’ombra luminosa del mistero»: come avvicinarsi allora alla sua poetica? I laboratori per le famiglie organizzati dal Dipartimento educazione del museo offrono un viaggio nella creatività dell’artista attraverso, ad esempio, i suoi modi di immaginare la trasformazione di una forma (“Macchie e visioni”), o alla scoperta dell’energia dei colori (“Rosso danza e blu Marino”). In tutto sono sei i diversi laboratori che vengono proposti da gennaio (il 7, 14, 21 e 28) a maggio, attività che vogliono trasmettere «l’idea del museo come luogo aperto alla comunità» e nelle quali «l’esperienza artistica diventa un’avventura emozionante e un viaggio di scoperta per tutti i visitatori, grandi e piccini», dice la responsabile del Dipartimento educazione Leyla Bezzi.
Olivo Barbieri a Villa Bardini
Sempre a Firenze, a Villa Bardini protagonista è la fotografia con la mostra “Olivo Barbieri. Pensieri diversi”. L’artista prende in prestito il titolo di un libro di Ludwig Wittgenstein, Pensieri diversi, in cui il filosofo dichiara la sua estraneità a un mondo moderno fondato sul culto della tecnica e del progresso e invita invece a un’incessante interrogazione su ciò che abbiamo «davanti agli occhi». E davanti agli occhi dei visitatori si srotola una selezione di una cinquantina di opere che raccontano di una riflessione su un mondo, e sull’ambiente urbano in particolare, in continua e angosciosa trasformazione, dai mercati caotici in Cina – le fotografie dedicate al Wet Market a Zhanjiang assumono una valenza maggiore dopo la pandemia – agli affollatissimi centri commerciali, alla rivisitazione di luoghi iconici della nostra storia nella serie Site-specific, intervento pensati per un preciso contesto. Fino all’11 febbraio; visite guidate gratuite per i soci il 6, 7, 27 e 28 gennaio, con biglietto ridotto.
Montevarchi, “1personalex2”
Infine, il Cassero per la scultura italiana dell’Ottocento e del Novecento – Museo Civico di Montevarchi (Arezzo) propone con la mostra “1personalex2” un piccolo viaggio alla scoperta di due personalità artistiche – Michele Liparesi e Sara Vasini – e due differenti linguaggi che dialogano con la collezione permanente. Il primo si dedica alla lavorazione e sperimentazione di tecniche e materiali tradizionali e moderni, dalle resine agli oggetti tecnologici ai metalli riciclati e di scarto, in una ricerca che indaga la relazione fra ambiente, tempo e uomo: in mostra le figure di animali della serie Bestiary.
La seconda artista sperimenta tecniche legate alla tradizione del mosaico, pittorica e plastica, portando al Cassero Voglio una pelle splendida, installazione studiata appositamente per questo luogo e composta da oltre mille ditali da cucito contenenti gesso: in essi l’artista intende custodire la pelle delle sculture, intesa come delicata superficie su cui affiora l’interiorità dell’essere umano. Fino al 25 febbraio.
Per informazioni
Orari, modalità di accesso e iniziative: palp-pontedera.it, centropecci.it, museomarinomarini.it, villabardini.it, ilcasseroperlascultura.it