I motivi per scegliere i luoghi colpiti dalle scosse del terremoto del 2016 come meta per una vacanza non mancano. Come i prati che si tingono di rosso e viola a Castelluccio o il concerto in quota nelle vicinanze di Cittareale.
Nonostante i ritardi nella ricostruzione, gli abitanti dei paesi di Umbria e alto Lazio hanno saputo rialzare la testa e sono pronti a recuperare la loro vocazione turistica per accogliere chi vorrà visitare queste zone, ricche di bellezze naturali e ottimi prodotti gastronomici.
Cittareale tra imperatori romani, grotte e concerti
L’estate si tinge di musica e gusto. Nel piccolo borgo a 10 kilometri da Amatrice le ferite del sisma sono molte, ma il Comune e la Pro Loco si sono rimboccati le maniche per offrire al turista un piacevole soggiorno. Tanti agriturismi e attività ricettive della Valle del Velino, riunite in rete di imprese grazie al sostegno della Regione Lazio, organizzano pacchetti e gite per conoscere il territorio.
Cittareale, luogo di nascita dell’imperatore Vespasiano, di cui si possono ammirare dei reperti nel Museo Civico, è anche il territorio dove nasce il fiume Velino. Sotto il Monte Prato invece, si snodano le grotte (info www.caiterni.it) che si estendono per circa quattro chilometri di estensione e una profondità massima di cinquecento metri, visitabili con il CAT di Terni. Da non dimenticare la suggestiva rocca di Cittareale che risale all’epoca sveva e sorge poco fuori l’abitato del capoluogo.
D’estate il borgo si accende di feste e sagre nelle numerose frazioni: quest’anno, appuntamento da non perdere il 20 luglio con un grande concerto in quota a cura dell’Accademia di Santa Cecilia in località Selvarotonda, mentre l’11 agosto è la volta della tradizionale sagra della braciola di pecora, tra le manifestazioni gastronomiche più antiche della provincia di Rieti, che si svolge sempre in quota, in località Caituro.
«Aspettiamo gli amanti della natura e del vivere lento a Cittareale – conferma il sindaco Francesco Nelli – tra paesaggi da sogno e ambienti incontaminati, al centro dell’Italia e a quaranta minuti da città suggestive come Rieti, L’Aquila e Ascoli Piceno».
Norcia: prodotti agroalimentari rinomati e bellezze architettoniche
Autentico gioiello architettonico dalla storia ultra millenaria, incastonata nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini è un ‘luogo del cuore’ anche per la caratteristica forma perimetrale della cinta muraria, seppur ferita dal sisma.
Gli eventi sismici, in particolare quello del 30 ottobre, hanno in parte distrutto il patrimonio storico, artistico e culturale, ma la tenacia dei nursini, popolo per natura resiliente, ha fatto sì che la città ripartisse subito.
La bellezza del territorio, l’ambiente, la salubrità del clima sono ciò che il terremoto non ha intaccato. Le produzioni agroalimentari, che costituiscono il fondamento principale dell’economia del territorio, non si sono mai fermate.
Chi decide di visitare la città potrà godere del tartufo nero pregiato e delle eccellenze della norcineria, come i prosciutti che vengono celebrati ogni anno nella kermesse Nero Norcia. Insieme a essi, i formaggi e i prodotti caseari e le coltivazioni della terra. Fra queste, la lenticchia di Castelluccio di Norcia, coltivata nel “pian grande” a circa 1500 metri di altitudine. Da metà giugno fino a metà luglio è il periodo della fioritura: uno spettacolo naturale legato al cromatismo dei colori, con sfumature che vanno dal rosso al giallo ocra al viola.
A Cittareale e Norcia, subito dopo il terremoto, furono costruite in tempo record le scuole dell’infanzia ed elementari grazie al contributo di Unicoop Firenze e dei suoi soci.