Bansky: l’arte che parla a tutti

Fino al 3 novembre, al Centri Studi Espositivo Santa Maria Maddalena di Volterra, la mostra "Bansky. realismo capitalista". Biglietto ridotto per i soci Unicoop Firenze

Robin Gunningham: chi è costui? Secondo alcune voci, lanciate dal quotidiano inglese “Daily Mail” e tornate alla ribalta alla vigilia di un processo per diffamazione, è dietro questo cinquantenne di Bristol che si nasconderebbe l’identità di Banksy, lo street artist diventato ormai un vero e proprio fenomeno planetario. A esserne convinti sono gli studiosi Stefano Antonelli e Gianluca Marziani, tra i massimi esperti internazionali dell’artista e curatori della mostra “Banksy. Realismo capitalista”, al Centro Studi Espositivo Santa Maria Maddalena di Volterra (PI) fino al 3 novembre.

Promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Volterra, la mostra propone oltre cento opere tra serigrafie, video, stampe e sculture, tutti materiali verificati e approvati per conto di Banksy da Pest Control Office ltd., la società che l’artista ha istituito per autenticare le sue opere.

Un artista che si muove fra temi come i diritti dei popoli e le disuguaglianze sociali, la guerra, la crisi climatica e la migrazione; che usa la sua arte per mandare messaggi etici e per contribuire al cambiamento: ha finanziato la nave Louise Michel dell’omonima Ong per il salvataggio dei migranti nel Mediterraneo. E capace di farsi beffe del mercato dell’arte, che pure lo ha ampiamente premiato con quotazioni milionarie, come quando durante un asta da Sotheby’s a Londra nel 2018 Girl with baloon, il quadro con la riproduzione del suo murales, dopo essere stato battuto per oltre un milione di sterline, cominciò ad auto-triturarsi di fronte ad un pubblico esterrefatto: era stato lo stesso artista a predisporre un meccanismo nella cornice, dando così vita a un nuovo lavoro (Love is in the bin, cioè L’amore è nella pattumiera), venduto poi per 16 milioni di sterline.

Girl with baloon, forse la sua immagine più popolare, è una delle serigrafie presenti in mostra. Fra le altre, la condanna della guerra di CND soldiers (dove CND sta per Campaign for Nuclear Disarmament, ossia Campagna per il disarmo nucleare), che ritrae due soldati in assetto da combattimento che dipingono il segno della pace su un muro; il poliziotto di Flying Copper che imbraccia un’arma d’assalto ma si presenta con quella faccia sorridente (lo smiley) e le ali da angioletto, un’immagine sorprendente di oppressione e minaccia nascosta dietro un volto amico. E quelle che ritraggono alcuni fra i soggetti più frequentemente utilizzati da Banksy, dal topo di Get out while you can – animale che si muove di notte e, seppure combattuto dalla popolazione, resiste e non si arrende: simbolo, per l’artista, proprio della street art – alla scimmia di Laugh now.

In mostra anche la sua produzione meno conosciuta, quella realizzata in studio, e una sezione dedicata ai video, che raccontano tra cortometraggi e documentari un Banksy quasi inedito dietro la macchina da presa.

La mostra fa parte del percorso di visita “Anima di Volterra”, un unico itinerario con biglietto cumulativo e audioguida gratuita per scoprire piazza San Giovanni, il Duomo, il Battistero e l’Antico Ospedale-Centro Studi Espositivo Santa Maria Maddalena.

Biglietto ridotto per i soci Unicoop Firenze.

animadivolterra.it

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