Ad accogliere i visitatori è la foto di un bel signore di una certa età, ma con lo sguardo di un adolescente ancora curioso e aperto al mondo, gli occhiali un po’ sbilenchi e… un dito nel naso. Forse è in questa fotografia – e non solo nei suoi famosi scatti di Marylin Monroe o di Grace Kelly, di cani antropomorfi o di bambini nel mondo – che possiamo intravedere la genialità e l’ironia di Elliott Erwitt, soggetto dello scatto e protagonista della mostra “Elliott Erwitt Photographs”.
A cura di Biba Giacchetti, con il coordinamento di Melissa Camilli e Francesca Lanuara, in collaborazione con Sudest57, la mostra propone fino al 22 gennaio a Villa Bardini a Firenze una settantina di scatti scelti dalla curatrice insieme allo stesso Erwitt: «Non sono solo le immagini più celebri della lunga carriera di Erwitt, sono anche le immagini che lui ha amato di più», dice Giacchetti.
Fortuna e talento
Quello che oggi è riconosciuto come uno dei più grandi fotografi di tutti i tempi, non ha mai fatto mistero di essere stato dotato, nella sua lunghissima carriera, di una buona dose di fortuna, come con lo scatto colto per caso di un bacio in automobile (U.S.A. New York City. 1955): un’immagine talmente perfetta dell’amore che il colosso della gioielleria Tiffany l’ha usata a lungo per la sua comunicazione.
Così come racconta divertito degli espedienti per ottenere un certo effetto, come abbaiare per far saltare un cane e riuscire a immortalarlo in quella posa (France. Paris. 1989); o di come, nel caso di Spain. Madrid. 1995 – scattata al Museo del Prado, e che presenta il diverso gradimento ottenuto dalle due versioni de La Maja di Goya, quella Desnuda e quella Vestida, da parte del pubblico, rispettivamente, maschile e femminile – il risultato finale fosse, come racconta alla curatrice nel catalogo della mostra, «frutto di pazienza e attesa. Ho aspettato che la situazione fosse proprio come la vedi. E ho scattato!».
I segreti di Erwitt
Erwitt è un artista che ha attraversato i continenti: nato a Parigi nel 1928 da una famiglia di emigrati russi, trascorre i suoi primi anni a Milano, da dove a 10 anni, a causa delle leggi razziali, è costretto a trasferirsi prima in Francia e poi negli Stati Uniti. Ha trasformato quelli che dovevano essere “semplici” scatti pubblicitari in icone assolute della fotografia contemporanea (il bambino con la baguette di France, Provence. 1995, realizzato per promuovere il turismo francese).
Ha ritratto star dello spettacolo come Marylin Monroe («Letteralmente flirtava con la macchina fotografica. E, anche quando non sembra, sapeva esattamente cosa avrebbe ottenuto. Un Talento naturale. Era praticamente impossibile non farle una buona fotografia»), e figure leggendarie della storia del ‘900 come Che Guevara – le foto di Erwitt sono le uniche in cui sorride. E ha poi rubato espressioni, dalla sorpresa di Marlene Dietrich (USA. New York City. 1959), alla preoccupazione di Grace Kelly alla festa per il suo fidanzamento con Ranieri di Monaco (USA. New York City. 1956), al dolore di Jackie Kennedy durante il funerale di JFK e alle sue lacrime nascoste dal velo del cappello (USA. Arlington. Virginia. 1963; «per scorgerle devi osservare attentamente», dice Erwitt).
Un solo rammarico per il visitatore al termine del percorso: ma come, è già finito?
Ingresso in convenzione per i soci. Il biglietto comprende anche l’ingresso al museo Annigoni e la visita alla mostra dedicata ad Elisabetta II d’Inghilterra “Omaggio alla Regina”. Tutti i sabati mattina, visite guidate gratuite senza prenotazione alla mostra dedicata a Erwitt.
Info: villabardini.it