In Italia si assiste a un progressivo aumento delle coppie che non riescono ad avere figli. I dati aggiornati al 2022 ci danno una percentuale del 15% di coppie sterili, con cause che dipendono equamente dall’uomo e dalla donna. Per quest’ultima un ruolo importante lo gioca l’età.
«La ricerca di un lavoro, di una casa e di una relazione stabile – spiega Giuseppe Morgante, direttore unità operativa Procreazione assistita dell’Università di Siena – hanno spostato in avanti l’età della ricerca della prima gravidanza, ma l’orologio biologico non tiene conto del mutamento delle priorità. La donna nasce con un patrimonio di follicoli all’interno dell’ovaio che, in parte, viene usato per l’ovulazione mensile e in gran parte rimane quiescente nell’ovaio “invecchiando” con la donna. Si è visto che dai 36 anni vi è un decremento della fertilità che diventa molto importante dopo i 38 anni e poi rende estremamente difficile una gravidanza dopo i 40 anni. Dopo questa età il rischio di alterazioni cromosomiche a carico dell’embrione può arrivare al 70%, con elevato rischio di aborti precoci».
Come si arriva alla diagnosi di sterilità?
Prima dei 36-37 anni, dopo un anno di rapporti non protetti, e in quelle coppie in cui la donna ha più di 37 anni, dopo sei mesi, è utile recarsi in un Centro universitario per la diagnosi e la cura della sterilità. Nel nostro a Siena le coppie seguono un percorso personalizzato, con esami di primo livello come la valutazione dell’assetto ormonale al 2°-3° giorno del ciclo e della pervietà delle tube, cioè la normale apertura, per la donna e lo spermiogramma per il partner maschile. Ci sono poi esami di secondo livello che definiscono più approfonditamente il grado di infertilità.
Quali sono le cause e come si possono trattare?
Il peso è molto importante: obesità e magrezza contribuiscono, in diverso modo, ad alterazioni dell’ovulazione. Poi abbiamo la sindrome dell’ovaio micropolicistico, che si riconosce dall’aumento della peluria anche in zone dove normalmente non è presente, eccesso di sebo a livello cutaneo e dei capelli, spesso aumento di peso, ovaie con aspetto caratteristico all’ecografia e alterazioni del ciclo mestruale, con allungamento del tempo fra una mestruazione e l’altra e conseguente assenza di ovulazione e infertilità.
Anche l’endometriosi è causa di infertilità?
Si tratta di una malattia subdola che può dare infertilità direttamente, con la presenza di aderenze che alterano l’incontro fra spermatozoo e ovocita a livello della tuba, e indirettamente, con la riduzione della qualità degli ovociti e dell’endometrio, rendendo così molto difficile la formazione dell’embrione.
Come si interviene?
Il primo trattamento è rivolto al ripristino dell’ovulazione, se possibile, con il successivo ricorso a tecniche di primo livello quali l’inseminazione intrauterina o, con maggiori risultati, alla fecondazione in vitro, che permette di valutare la presenza e la qualità degli ovociti femminili.
Qual è il ruolo dell’alimentazione?
Lo stile di vita si è modificato nel tempo, con l’aumento dell’introito calorico e la contemporanea diminuzione dell’attività motoria, da cui derivano sovrappeso e obesità. Sull’altro fronte, modelli estetici e problemi psicologici hanno fatto aumentare la percentuale dei casi di anoressia. Entrambe le condizioni portano a cicli mestruali senza ovulazione. È quindi necessario riportare l’attenzione sull’alimentazione, che deve essere ben bilanciata, e su un corretto stile di vita, senza eccessi e con la giusta attenzione all’attività fisica. Nei casi di sovrappeso o obesità, le donne alla ricerca di una gravidanza dovrebbero ridurre molto la percentuale di carboidrati, a vantaggio di cibi proteici, per favorire una migliore ovulazione.