Pianta dal notevole impatto estetico, l’ibisco con i suoi fiori colorati e appariscenti suscita l’idea del caldo, del sole e di lontane terre esotiche. Originario prevalentemente dell’Asia, ne esistono specie anche americane, africane ed europee, tutte piuttosto interessanti dal punto di vista ornamentale.
Diffuso ovunque nel mondo, appartiene alla famiglia delle Malvacee e porta il nome botanico di Hibiscus; in questo genere troviamo svariate specie sia arbustive sia erbacee e le cultivar disponibili sono tantissime, con colori di ogni tipo, monocromatici o variegati. L’ibisco syriacus, forse il più noto, è robusto e versatile, lo si coltiva principalmente in piena terra, spesso come cespuglio isolato o ad alberello, ma è anche adatto a formare siepi; raggiunge a volte i tre metri di altezza e predilige estati lunghe e calde.
Api e farfalle in giardino
Ama il sole, quindi si espone in posizioni molto luminose che favoriranno belle e abbondanti fioriture, dai primi di luglio fino all’autunno; i fiori vivono un solo giorno ma si sostituiscono di continuo. Alla loro scomparsa seguiranno i frutti, grosse capsule piuttosto legnose che contengono i semi.
Questa pianta riesce a sopravvivere anche in condizioni avverse, ma troppa ombra o estati eccessivamente fresche ne limiteranno la fioritura. L’ibisco ha uno sviluppo piuttosto vigoroso, quindi con una potatura semplice prima dell’inverno manterrà una buona salute e un bell’aspetto. A fine inverno è di nuovo utile rimuovere i rami rovinati o troppo disarmonici: questo passaggio permetterà a quelli nuovi di svilupparsi al meglio.
L’ibisco è amato dalle api, che lo visitano sia per il polline sia per il nettare, e pure le farfalle ne sono attratte: tenerne uno in giardino è quindi favorevole all’ecosistema.
In vaso e non solo
Possiamo coltivare varietà d’ibisco in vaso prediligendo quelle a sviluppo contenuto, come ad esempio la Leopoldii con fiori minuti, fittissimi, di colore rosa chiaro. Per avere buoni risultati in vaso, prestiamo particolare attenzione al terriccio: possiamo crearne uno piuttosto poroso aggiungendo sabbia pulita o perlite a una buona terra universale, ricordandosi anche di mettere sul fondo del contenitore dell’argilla espansa in modo che ci sia un buon drenaggio.
Una specie d’ibisco di origine europea, noto in Italia come ibisco palustris, vive nei pressi di stagni e laghetti, in zone umide e paludose. Diffuso in Italia prevalentemente in Lombardia, Veneto, Toscana e Lazio, lo si trova in zone pianeggianti sotto i 200 metri. Questa specie è un’erbacea perenne che può crescere fino a due metri di altezza e si adorna di grandi fiori bianco rosati che arrivano a oltre dieci centimetri di diametro. In natura costituisce grandi colonie nei pressi di corsi d’acqua placidi e poco profondi.
Per coltivare l’ibisco palustre, che sopporta bene freddo e gelo, lo si immerge per pochi centimetri nello specchio d’acqua del giardino o in terreni molto umidi; in autunno la parte aerea scompare, ma a primavera tutto rinascerà e la bellezza è assicurata.
Nel piatto e in tazza
In Italia ed Europa è coltivato prettamente a scopo ornamentale, ma in Asia e Africa questa pianta ha usi diversi. I fiori, ad esempio, sono commestibili e si consumano in insalata; anche il fogliame di alcune specie, una volta bollito o cotto al vapore, trova posto sulla tavola.
Molto noto invece è l’utilizzo dei fiori essiccati dell’Hibiscus sabdariffa per preparare il karkadè. Dall’Hibiscus cannabinus, che produce fusti capaci di svilupparsi fino a tre metri di altezza in una sola stagione, si ricavano invece fibre per la produzione di carta o tessuti.