Gli alberi monumentali in Toscana

Ben 78 quelli nella nostra regione, soprattutto querce, ma anche olivi, faggi, sequoie. Ecco dove trovarne alcuni dei più famosi

Sono considerati veri e propri monumenti, tanta è la loro grandezza e la storia che portano dentro. Simbolo stesso della vita, i grandi alberi sono parte del patrimonio culturale e naturalistico italiano, e in Toscana vivono ben settantotto di questi meravigliosi giganti verdi, sparsi ovunque, dalle coste alle montagne più isolate. 

La definizione di “albero monumentale”, e i requisiti per esser considerato tale, risale al 2013 quando il Ministero dell’Ambiente ha deliberato in tal senso, con la Legge n°10 (articolo 7). La Toscana è stata anticipatrice di tutto ciò: già nel 1998, infatti, la Legge Regionale n°60 affermava che «gli alberi isolati o facenti parte di formazioni boschive naturali o artificiali che per età o dimensioni possono essere considerati rari esempi di maestosità o longevità» e «gli alberi che hanno un preciso riferimento a eventi o memorie rilevanti dal punto di vista storico o culturale o a tradizioni locali»sono da inserire fra i cosiddetti alberi monumentali. 

Esistono criteri per ogni specie ma, una volta rispettati quelli di base, sono molti i fattori che possono sancire la monumentalità di un albero. Contano, per esempio, il valore storico, culturale, paesaggistico e persino architettonico, la rarità botanica, la forma e il portamento. Questi alberi maestosi diventano spesso vere e proprie mete turistiche, fornendo lo spunto per intraprendere una gita e andarli a visitare come fossero, appunto, monumenti. Purtroppo, però, spesso non sono segnalati e individuarli diventa una caccia al tesoro.

Su www.alberimonumentali.info/regioni/toscana si possono trovare informazioni storiche e di carattere botanico.

La quercia delle Streghe

In Toscana le querce monumentali sono piuttosto numerose: fra le più conosciute, citiamo la Quercia delle Streghe nel giardino di villa Carrara, in frazione Gragnano, un minuscolo borgo lungo la Via Francigena, nel Comune di Capannori (LU). Si stima che la “signora” abbia 600 anni di età: con una chioma di oltre 40 metri di diametro e un tronco di 4 metri di circonferenza, è davvero imponente. Si caratterizza per un portamento allargato, con la chioma parallela al terreno, fatto insolito per una roverella. Certo, ne ha passate tante nei secoli e non gode di grande salute: fra gli eventi avversi ci fu un fulmine che la danneggiò seriamente, e durante l’ultima guerra accadde che i tedeschi, volendo farne legna da ardere, ne segassero molti rami. Anche i tanti turisti, bisogna riconoscerlo, che calpestano il suolo dove è radicata, sono un problema: quindi, per favore, avvicinatevi col dovuto rispetto. 

La quercia gigante di Populonia

In prossimità del mare troviamo la Quercia gigante di Populonia, due secoli di vita, 4 metri di circonferenza e una chioma di ben 32 metri. Per ammirarla si deve andare lungo il sentiero trekking che unisce Baratti alla Buca delle Fate.

La quercia del Cinto

La Quercia del Cinto si trova a San Rossore, mentre la cosiddetta Roverella spande la sua imponente ombra all’ingresso del Bosco di Geggiano, sulla strada provinciale 408, nei pressi del piccolo abitato di Ponte a Bozzone, vicino Siena. Si riconosce bene perché è circondata da un’aiuola in pietra e si trova nei pressi di un’area pic-nic attrezzata di tutto punto. 

L’olivo della Strega

In Maremma esiste un olivo millenario che fa riferimento – di nuovo – alle pratiche occulte: è l’Olivo della Strega, a Magliano, lungo l’itinerario che parte dal borgo medievale di Montiano. Questo enorme e affascinante esemplare di olivo ha attraversato tantissime epoche storiche. Pare che già in età etrusca sotto la sua chioma si celebrassero riti in onore delle divinità dei boschi, mentre si narra che nel medioevo fosse luogo di convegno delle donne accusate di stregoneria. 

Il più alto d’Italia: il faggio Santo

Spostandosi invece in montagna, a Vallombrosa, troviamo il Faggio Santo, lungo il percorso delle Cento Cappelle – itinerario nella foresta per scoprire dieci antiche cappelle devozionali datate dal 1300 al 1600. Sempre a Vallombrosa vive l’Abete di Douglas, che pare sia l’albero più alto d’Italia: svetta per 64,45 metri verso il cielo! Sulle pendici del monte Lignano, mèta di gite degli aretini, nel Bosco di Sargiano, abita il Leccio di Gnicche, esemplare di oltre 200 anni età, alto 14 metri. Deve il suo nome a un brigante, Gnicche appunto, che si narra eseguisse i suoi agguati proprio nei pressi del grande albero. 

Le sequoie di Sammezzano

Parlando di alberi più esotici, citiamo le sequoie di Sammezzano nel Valdarno, non distante dagli outlet del Leccio. Lungo il sentiero nel bosco che conduce al famoso castello vivono tantissimi esemplari di questi alberi, già per loro natura giganteschi: le Sequoie gemelle di Sammezzano fanno parte dell’elenco dei nostri alberi monumentali e si ammirano quasi a fine percorso, sulla destra. 

Anche in città

Interessante scoprire che anche le città sono dimora di molti alberi monumentali. Firenze ne ospita alcuni all’Orto botanico. Una farnia vive al parco delle Cascine, e a Villa Favard prospera un imponente cedro. In periferia fiorentina, a Castello, nella zona del parco romantico di Villa La Petraia, camminando lungo un viale ombroso, nei pressi di una panchina si ammira un enorme cipresso. Mentre nello spazio verde di Villa Montalvo, a Campi Bisenzio – ben 18 ettari da dedicare allo svago e al benessere – si trova un maestoso platano. Ci accoglie nei pressi di uno degli accessi al parco ed è bellissimo, specie in autunno con le grandi foglie dorate. 

Anche Lucca è popolata da alcuni esemplari, che si trovano nell’Orto botanico e lungo le antiche Mura; e in piazza Santa Maria una magnolia spicca per la sua eleganza. 

I cipressi della Val d’Orcia

E come non citare i famosi cipressi della Val d’Orcia? Tipico esempio di monumentalità paesaggistica, quel gruppo isolato sulla piccola collina in località Triboli è forse l’emblema arboreo della nostra regione. Vi si giunge a piedi, con un’escursione che parte da San Quirico d’Orcia, splendido borgo medievale di una delle zone più affascinanti dellaToscana. 

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