Quando si tratta di salute, è meglio andare sul sicuro: fra i tanti miti da sfatare sulla conservazione e l’uso degli alimenti, eccone alcuni abbastanza comuni su cui fare chiarezza.
Vero e falso: i prodotti durano sempre qualche giorno in più dopo la scadenza.
Soltanto se nella data di scadenza c’è la parola “preferibilmente”, l’alimento sarà commestibile, in alcuni casi anche per mesi, e mangiandolo non si rischia alcun mal di pancia. Assai probabili invece variazioni in termini di gusto, aroma, colore e consistenza, e di apporto nutrizionale.
Se invece la parola “preferibilmente” manca, c’è in gioco la salute e anche se il prodotto è stato conservato correttamente, dopo la scadenza corriamo dei rischi.
Falso: gli alimenti congelati sono meno nutrienti di quelli freschi.
A volte, paradossalmente, rischia di essere vero il contrario: se un ortaggio resta a temperatura ambiente per alcuni giorni, tra quando viene colto e il momento in cui viene consumato, alcune vitamine potrebbero deteriorarsi. Inoltre, la legge stessa vieta di aggiungere conservanti ai prodotti surgelati per allungarne ulteriormente la durata.
Falso: le insalate in busta non sono sicure.
Il confezionamento delle insalate e delle verdure in busta non diminuisce il loro valore nutritivo e non crea pericoli per la salute. Il confezionamento avviene in atmosfera protettiva, cioè utilizzando una tecnologia che sostituisce l’aria atmosferica con una miscela di gas inerti, e questo permette di conservare più a lungo l’alimento.
Falso: la data di scadenza dei prodotti a lunga conservazione è sempre valida anche dopo che ho aperto l’alimento.
Il produttore garantisce il prodotto fino alla data di scadenza soltanto se sono rispettate le modalità di conservazione previste. Se apriamo farina, pan grattato, pasta, riso, modifichiamo qualcosa. In questo caso è meglio scrivere sulla confezione la data di apertura e consumarlo in tempi brevi, continuando a conservarlo in dispensa. Se l’alimento contiene acqua (latte Uht, pelati, bibite, legumi in barattolo), è indispensabile metterlo in frigorifero.
Falso: il limone disinfetta i frutti di mare e così si possono mangiare crudi.
Gli acidi organici (fra cui ascorbico e citrico) contenuti nel succo di limone sono del tutto insufficienti a eliminare contaminazioni biologiche causate da virus, batteri e vermi. Nei ristoranti, per legge, si possono consumare prodotti di mare crudi solo se di provenienza controllata e soprattutto surgelati (o sottoposti ad abbattimento termico) per almeno 24 ore a -20°C.
Falso: gli alimenti sottovuoto sono i più sicuri.
Togliere l’aria atmosferica e quindi l’ossigeno a contatto con gli alimenti non ci mette al sicuro dai cosiddetti microbi anaerobi (cioè quelli che vivono anche in assenza di ossigeno) e anaerobi obbligati (cioè quelli che odiano l’ossigeno e vivono soltanto in sua assenza), come il famigerato botulino, che produce una tossina pericolosissima che può portare alla morte chi la ingerisce.
Vero e falso: le uova devono essere conservate in frigorifero.
In Europa le uova non sono sottoposte ad alcun trattamento prima di essere messe in commercio e, mantenendo integra la superficie, l’interno dell’uovo risulta schermato dall’ingresso indesiderato di microbi. Le uova possono quindi essere vendute anche a temperatura ambiente. Però, a casa è meglio conservarle in frigorifero.