Era il 1966. Il mondo si preparava al grande subbuglio del ‘68. Ma non sapeva che alla fine dell’estate di quell’anno un film avrebbe travolto le vite di molti e reinventato il modo di concepire la fotografia. Il 29 agosto esce Blow-Up di Michelangelo Antonioni, storia tormentata di un fotografo e della sua modella, la celeberrima Veruschka. Armato della sua Hasselblad, Thomas letteralmente bracca la sua preda in cerca di verità. Il film affascinò talmente il pubblico che in molti si scoprirono fotografi e vollero cimentarsi con pellicole, esposimetri, luci e scatti su scatti. Ogni clic era una prova di forza tra l’uomo e la luce, una scommessa che si vinceva solo allenandosi molto e avendo il dono del saper cogliere l’attimo fuggente.
Molti decenni prima, pionieri come l’americano Edward Weston e l’italiana Tina Modotti, con i loro banchi ottici e le prime folder portatili, avevano fatto scoprire al mondo la poesia e la sofferenza del Messico negli anni della rivoluzione, immortalando Frida Kahlo, Lev Trotskij e Diego Rivera.
Federico Fellini, in pieni anni ‘60, inventò i paparazzi che, armati di Rolleiflex, attendevano la diva di turno ai piedi della scaletta di un aereo, mentre, in quegli stessi anni, gli ufficiali marines in Vietnam avevano le prime indistruttibili Nikon per narrare la loro tragica epopea.
Storie grandi e piccole
Anche grazie alle fotografie si è fatta la storia: quella dei grandi eventi e quella di ogni giorno, dei vip e delle persone comuni. Infatti, l’amore per la fotografia e la comparsa sul mercato di macchine più leggere ed economiche hanno contagiato intere famiglie, che ancora sfogliano gli album della loro gioventù: matrimoni, compleanni, feste familiari, vacanze. Soprattutto vacanze, e infatti settembre era diventato il mese dello sviluppo delle foto.
Ahimè, da qualche anno non c’è più niente da sfogliare. Nessun ricordo su cui soffermarsi e sorridere. Tutto è on line e spesso va perduto. L’avvento del digitale ha rivoluzionato questo mondo. Alla fine degli anni ‘90 sono apparse le prime, costosissime, macchine digitali. Da allora addio pellicola e giù tutti a scattare. Peccato però che tante di queste foto si sono perse. Telefonini rotti, computer ko, chiavette rovinate. Interi pezzi di vita scomparsi nel nulla.
Ecco allora che una società romagnola, pioniera dello scatto fin dai primi anni ‘70, ha trovato il modo per restituire a tutti la gioia di avere in mano le proprie foto più amate. Magari raccolte in un fotolibro in carta certificata Fsc, o sotto forma di quadro da appendere, o ancora come un puzzle con cui giocare a costruire i ricordi. Tutto grazie a una app da scaricare sul proprio telefono che permette di creare prodotti personalizzati. Si scelgono gli scatti e si decide come ricevere le stampe, se a casa o in uno dei punti vendita di Unicoop Firenze. Questa operazione può essere svolta anche dal computer dal sito piuscelta.photosi.com.
Dalla riviera con amore
PhotoSì è nata a Riccione nel 1973 grazie all’intuizione di Basilio Mainetti, che girava nelle spiagge per immortalare famiglie, bambini, gruppi di giovani in vacanza. Il suo ingegno lo ha portato in breve ad avere diversi laboratori fotografici e l’avvento del digitale non l’ha turbato, perché ha trovato il modo di convincere i clienti a stampare e incorniciare i loro scatti migliori.
PhotoSì ha oggi 130 dipendenti che diventano 250 con l’indotto, e si pone come obiettivo anche la tutela dell’ambiente, attraverso la riduzione della plastica – che tenderà a sparire – e alla scelta di annullare le emissioni delle spedizioni con un progetto di riforestazione in Guatemala. Uno sguardo al futuro non guasta, anche se il cuore batte ancora per certe vecchie macchine fotografiche dal fascino inconfondibile.
Con la Coop
Dal 1° settembre fino al 15 ottobre 2023 per qualsiasi prodotto fotografico PhotoSì con un minimo di spesa di 30 euro, si può usufruire di uno sconto del 40% ma solo inserendo il codice promo al momento dell’ordine (cliccare su “aggiungi al carrello” e dopo aver scritto Unicoop Firenze, premere “applica buono sconto”).