Il numero è quello di un normale cellulare, la tentazione è di rispondere. Ma la sorpresa è dietro l’angolo e dopo aver alzato la cornetta o pigiato il tasto verde, una voce è pronta a venderti qualcosa. Succede a tutti, ogni giorno, anche più volte. E da poco ci sono anche le robo-call, quelle chiamate che non prevedono la presenza di un operatore in carne e ossa. Quanto avremmo voluto non rispondere! O ancora meglio non ricevere quella telefonata! Finalmente qualcosa sta cambiando.
«A gennaio il Consiglio dei Ministri ha approvato la riforma del Registro pubblico delle opposizioni sul telemarketing selvaggio, estendendolo anche ai numeri di cellulare» dice Daria Ferrari, consulente dell’Area Consumatori di Cittadinanzattiva.
Che cos’è?
Il Registro delle opposizioni è un servizio pubblico e gratuito per tutti i cittadini che permette di opporsi all’uso per scopi pubblicitari dei numeri di telefono di cui si è intestatari. Finora era riservato a quelli di telefoni fissi, compresi negli elenchi telefonici. Al 30 novembre scorso ilRegistro Telefonico contava quasi 1.525.000 numerazioni, mentre il Registro Postale oltre22.000, perché il servizio può essere richiesto anche per bloccare l’invio di pubblicità in formato cartaceo.
Con la riforma, in pratica, viene assicurato il diritto di opposizione al trattamento dei dati per finalità di marketing telefonico anche agli intestatari dei cellulari. Infatti, proprio sui cellulari si è riversata l’enorme quantità di chiamate per invio di materiale pubblicitario o di vendita diretta, comunicazioni commerciali, ricerche di mercato.
«Ce n’era davvero bisogno considerando che il Garante per la protezione dei dati personali ha ricevuto 4059 reclami nel 2020 per telemarketing – spiega Ferrari –. Una persona viene chiamata anche 155 volte in un mese, come è emerso in una recente inchiesta; il 41% delle istruttorie svolte riguarda gli operatori nel settore delle telecomunicazioni».
In realtà, prima di poter iscrivere il proprio numero di cellulare al Registro delle opposizioni occorrerà aspettare ancora un po’, perché il provvedimento del Consiglio dei Ministri diventerà operativo con decreto del Presidente della Repubblica e la successiva pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, dalla quale decorreranno 120 giorni per l’effettiva attivazione del servizio.
Come funziona?
L’iscrizione al Registro farà decadere il consenso al telemarketing precedentemente rilasciato, anche inconsapevolmente, ad esempio iscrivendosi a un servizio web, e non si potrà più essere contattati. «L’operatore di telemarketing infatti – precisa Ferrari – ha l’obbligo di consultare il Registro mensilmente e sono previste sanzionipecuniarie nel caso di violazione del diritto di opposizione degli utenti e di mancata osservanza della norma».
Ricordiamo che l’opposizione non vale se all’operatore di telemarketing è stato dato uno specifico consenso all’uso dei dati successivamente alla data di iscrizione al registro, se c’è un contratto in essere o è cessato da meno di trenta giorni.
Per iscriversi
Si può richiedere l’iscrizione al Registro delle opposizioni, l’aggiornamento dei dati e l’eventuale revoca dell’iscrizione in quattro modi: via web con la compilazione di un modulo elettronico, per telefono con chiamata al numero verde 800265265, per e-mail con l’invio del modulo dedicato, per raccomandata (sul sito si avvisa di probabili ritardi dovuti alla situazione pandemica nel caso si scelga questa modalità). Possibile iscriversi in ogni momento, a qualsiasi ora, anche nei giorni festivi, non è necessario il rinnovo perché l’iscrizione è permanente, ma può essere sempre revocata, verso uno o più operatori (selettivamente) o verso tutti indistintamente.