Rucola o Songino?

Amara o dolce, due insalate che arricchiscono molte ricette

Rucola

Provenienza e storia: pianta dell’area mediterranea, era coltivata dai Romani, che la ritenevano dotata di poteri afrodisiaci: per essere sicuri dell’effetto, usavano non solo le foglie, ma anche i semi. Perciò, il pio Medioevo la disdegnò. Oggi è coltivata ovunque, ma è apprezzata soprattutto in Italia, Francia ed Egitto.

Caratteristiche: fa parte delle Brassicacee ed è parente di cavoli, rafano, senape e ravanelli. Alta fino a 50 cm, ha foglie verdi e oblunghe con margini dentellati, raccolte a rosetta. È una pianta che si adatta anche a terreni aridi: anzi, più il terreno è arido, più forte e piccante è il sapore delle foglie. Grazie alle proprietà nutritive e anche, sembra, a importanti benefici per la salute, è tornata in auge sulle nostre tavole.

In cucina: è un ingrediente milleusi: sulla pizza, nei panini, nelle torte salate, nelle più varie insalate, da quelle con altre foglie, a quelle di pasta, di patate, di legumi e cereali, oltre che sul carpaccio di manzo e con il pesce grigliato. Ma si può anche usare per preparare un pesto con pinoli e noci.

Un consiglio: dato che le foglie trattengono la terra, laviamole bene, ma senza lasciarle troppo a bagno. Si conserva con difficoltà: al massimo per due, tre giorni, naturalmente in frigo.

Curiosità: il Rucolino è un liquore dell’Isola d’Ischia, servito come digestivo. È un preparato a base di… chi indovina? «Rucola!», «Bravi!».

Songino

Provenienza e storia: pianta spontanea del Mediterraneo, è presente nelle zone con clima temperato, sui prati sia di pianura che di montagna (ma non alta); si può coltivare anche in vaso, sul balcone di casa. Antichi studi botanici francesi dicono che è originario delle nostre isole maggiori, Sicilia e Sardegna.

Caratteristiche: appartiene alla famiglia delle cicorie; cresce anche in modo spontaneo, raggiungendo un’altezza variabile fra 15 e 30 centimetri, con foglie carnose a forma di spatola, di colore verde brillante e sapore dolciastro. Il songino è ricco di proprietà nutritive. Chiamato anche valeriana, si differenzia dalla Valeriana officinalis nota in erboristeria per le proprietà tranquillanti e ansiolitiche delle radici.

In cucina: è usato principalmente crudo per l’insalata, da solo o con lattuga, rucola, carote e finocchi. Ma anche con ceci e crostini di pane oppure in primi piatti freddi: insalata di riso o farro con legumi o in un bel cous cous. Cotto? Sì: rapidamente bollito o saltato alla svelta con olio delicato e aglio.

Un consiglio: problemi di anemia? Songino! Digestione difficile? Songino! E così anche per carenza di ferro, stipsi, bruciori di stomaco e per depurare l’organismo e aiutare fegato e reni.

Curiosità: è conosciuto con altri nomi, tutti trillanti e allegri: valerianella, formentino, dolcetta, gallinella, molesini, grassagallina, pasqualina e lattughella.

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