“Latte” di soia o di mandorla

Gusto mediterraneo o asiatico per queste due alternative vegetali al latte di mucca

Mandorla

Storia e provenienza: nasce in Sicilia, e più precisamente nei monasteri dell’isola, anche se c’è lo zampino dei “soliti” Arabi. Il “latte” di mandorla si è poi diffuso in tutta Italia, anche se viene consumato principalmente in Basilicata, Calabria, Campania, Sicilia e Puglia, regione che, fra i maggiori produttori italiani di mandorle, lo ha inserito fra i Pat, Prodotti Agroalimentari Tradizionali.

Caratteristiche: sciroppo di colore bianco, si ottiene bollendo mandorle tritate, zucchero e acqua. Privo di glutine e di lattosio, ricco di omega-3, antiossidanti, sali minerali, fibre e vitamine e… poche calorie. Evviva!

In cucina: è un classico nella granita e nel caffè con ghiaccio, ma si usa anche in ricette salate, come la maionese vegana o le pennette con pomodorini, pancetta e crema di mandorle. La vera delizia è gustarlo al naturale: d’estate è una bevanda ritemprante. Si prepara anche in casa: ammollare 500 grammi di mandorle pelate in mezzo litro d’acqua per un’ora, tritare il tutto; aggiungere ancora mezzo litro d’acqua e 85 grammi di miele; frullare, filtrare, gustare.

Un consiglio: è in genere un prodotto molto digeribile; è consigliato a chi è intollerante a glutine o lattosio e a chi segue un’alimentazione vegana, ma è vietato a chi è allergico alla frutta secca.

Curiosità: per gli Arabi aveva proprietà salutari, infatti lo troviamo citato nei loro testi medici, ma lo amavano anche i monaci cristiani,

Soia

Storia e provenienza: la soia è una pianta originaria della Cina, dov’è coltivata da migliaia di anni; insieme a riso, frumento, orzo e miglio, era classificata fra le cinque piante sacre. L’inizio della produzione del “latte” è più recente, sembra dal II secolo a.C. Dall’Asia e dalla Cina, con furore si è propagato in tutto il mondo, ma il suo successo planetario inizia qualche decennio fa.

Caratteristiche: è ricco di vitamine A, B, E e K; è povero di grassi, privo di colesterolo e di glutine. Può essere una valida e salutare alternativa al latte vaccino, in caso di intolleranze o diete particolari.

In cucina: si può consumare al naturale, con lo zucchero o aromatizzato con la cannella, o per fare besciamella, budini, frullati, maionese, panna, yogurt e, perché no, biscotti, crêpes e dolci. È la base per il tofu. Si può preparare anche in casa, facendo macerare i semi di soia gialla per una notte in acqua. Poi vanno cotti, frullati e filtrati.

Un consiglio: molte le virtù ma, fra miti e falsi miti, per quanto riguarda il consumo regolare di questa bevanda sarebbe meglio informarsi dal medico per le eventuali controindicazioni.

Curiosità: un ettaro seminato a soia dà una quantità di “latte” 10 volte superiore rispetto al latte vaccino ottenuto con il foraggio coltivato su una superficie uguale.

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