Html code here! Replace this with any non empty raw html code and that's it.
logo Informatore

Il pranzo della domenica

Piace alla maggioranza dei toscani e il cibo è quello di una volta. Questo quanto emerge dal sondaggio online effettuato da Modus Ricerche per l'Informatore

Lasagne e arrosto di carne o sushi? Brunch o un tramezzino in palestra fra un esercizio e l’altro? Dopo che lo scorso 21 settembre il pranzo della domenica è stato celebrato, nella sua forma più tradizionale, dal Ministero dell’agricoltura e della sovranità alimentare e dal Ministero della cultura, ci siamo chiesti se gli italiani nel 2025 si riconoscano ancora in questo appuntamento settimanale, un tempo imperdibile. Con le famiglie sempre più frammentate – quelle formate da una sola persona sono oggi il 32% -, il lavoro che non rispetta più i giorni festivi come in passato, la presenza di stranieri con abitudini alimentari diverse, l’Italia è cambiata.

Ma, stando ai risultati del sondaggio inviato online a ottobre da Modus Ricerche per l’Informatore, il 72% – dei 725 che hanno risposto – ha un approccio positivo all’appuntamento domenicale, considerato sempre attuale dal 38% e dal 34% come una tradizione da recuperare. È un’abitudine ormai superata per il 23%, mentre lo considera una vera e propria seccatura solo il 4%. L’85%, comunque sia, lo passa a casa con la famiglia, solo un 8% da solo e pochissimi si fanno tentare da ristoranti o brunch all’americana (un incrocio fra colazione e pranzo, con cibi salati e dolci, che comincia in tarda mattinata).

Il pranzo dell domenica nel tempo

Un rito, quello del pranzo insieme, che attraversa i secoli e che, secondo l’antropologo Marino Niola, trova la sua “sacralità” addirittura nell’Ultima cena di Cristo. Visto l’ampio gradimento immutato anche nella nostra regione, sarebbe un errore considerarla – come fanno alcuni – un’abitudine tipicamente conservatrice e di “destra”.

Per il pranzo della domenica vale quello che Giorgio Gaber cantava nel 1994 chiedendosi – senza trovare risposta – cosa fosse di destra o di sinistra. «Il pranzo della domenica è italiano – precisa Niola -, e quindi trasversale alle posizioni politiche e sociali. Storicamente la destra è più attenta alle tradizioni e alla loro promozione e conservazione, mentre la sinistra è più incline all’innovazione e a nuovi stili di vita, ma questo era più vero in passato che oggi e non vale per il pranzo della domenica».

Allora, cosa mettono in tavola i toscani?

Anche qui la tradizione vince: al primo posto le lasagne, poi le patate arrosto e un dolcino a chiudere. «Una ricerca dell’Accademia della cucina italiana del 2024 ci dice che la netta maggioranza degli italiani preferisce i piatti della tradizione – afferma Niola -. Al nord il primo è con la pasta fresca, come tortellini e ravioli, al sud la pasta al ragù nelle sue declinazioni locali: a Napoli, dove vivo, è fatto con il manzo stracotto nel pomodoro, altrove si usa la carne macinata con la salsiccia. E poi l’arrosto con le patate, un secondo che ritroviamo nelle cucine dal nord al sud del Paese». Anche i toscani confermano, con la variante della bistecca alla griglia.

I consigli della cuoca toscana Luisanna Messeri

«Le lasagne sono un “salvapranzo”, perché le puoi preparare anche il giorno prima e basta metterle in forno. Sono un piatto unico che ha il pregio di piacere a tutti o quasi»: così ne spiega il successo Luisanna Messeri, cuoca e volto noto della cucina toscana. «Credo che le persone la domenica abbiano voglia di stare insieme. Per facilitare l’incontro, chiunque può portare qualcosa. Stare a tavola con gli altri fa bene all’umore».

Anche per Luisanna la domenica è “salutare”: «Soffro la sindrome del nido vuoto, così invito i miei figli e alcuni amici, in genere siamo otto-dieci e stiamo in allegria. Preferisco però la cena al pranzo, magari con un piatto leggero come il cous cous con le verdure oppure tirando fuori quello che c’è in frigo, formaggio, qualche salume: se gli ingredienti sono di qualità, anche con gli avanzi si può cucinare un pasto gustoso, che in compagnia diventa ancora più buono».

Fra passato e futuro

I pranzi dell’infanzia però erano “un’altra cosa” per la maggioranza degli intervistati (64%): mancano i nonni – da sempre il fulcro del pranzo domenicale -, le porzioni sono più piccole e si è più attenti alla salute. E nel futuro? Per il 22% questo rito sparirà, mentre per il 61% resterà come oggi con gli stessi piatti e poco spazio all’innovazione.

Iscriviti alla Newsletter

Le notizie della tua Cooperativa, una volta alla settimana. Guarda un esempio

Errore: Modulo di contatto non trovato.

Potrebbe interessarti