In Italia il consumo di acqua in bottiglia è molto diffuso e fra i numerosi marchi e messaggi pubblicitari è molto difficile scegliere quella giusta per noi. Nell’acqua (H2O) sono disciolte sostanze che fanno la differenza fra i vari tipi e la legge impone ai produttori di descriverne il contenuto in etichetta.
Residuo fisso
È la parte “solida” dell’acqua, cioè i sali minerali che restano dopo aver fatto evaporare l’acqua ad una temperatura di 180°C. Se ne è contenuto meno di 50 mg/l (milligrammi per litro) abbiamo acque minimamente mineralizzate che stimolano la diuresi e sono indicate per il latte in polvere. Le acque oligominerali o leggermente mineralizzate, massimo 500 mg/l, favoriscono anch’esse la diuresi e sono indicate per l’uso quotidiano.
Le acque minerali o mediominerali, residuo massimo 1500 mg/l, sono utili d’estate o per chi fa sport perché consentono di reintegrare i liquidi e i sali minerali persi con la sudorazione. Le acque ricche di sali minerali, con residuo superiore a 1500 mg/l, sono da consumare sotto controllo medico: un contenuto in sali minerali così alto infatti potrebbe causare effetti indesiderati.
Quali sali
L’acqua contiene importanti micronutrienti come calcio, magnesio, sodio e potassio, necessari in una dieta equilibrata. Leggerne il contenuto in etichetta ci permette di scegliere la più adatta alle nostre esigenze.
Chi soffre di ipertensione, consumi acque con un contenuto di sodio inferiore a 20 mg/l.
Chi invece non può bere latte e mangiare formaggi e latticini o soffre di osteoporosi, può consumare acque con un contenuto di calcio superiore a 500 mg/l. Nonostante i luoghi comuni, non aumentano l’incidenza di calcoli renali.
Le acque magnesiache (con magnesio superiore a 50 mg/l) sono utili per il tono muscolare e per chi soffre di crampi, ma un’elevata concentrazione conferisce all’acqua proprietà lassative.
Per il potassio (generalmente presente intorno a 1 mg/l) non sono definiti limiti. Si tratta di un sale minerale che controbilancia il sodio e serve per la funzionalità muscolare e cardiaca.
Le acque bicarbonatiche, con un contenuto in bicarbonato (HCO–3) superiore a 600 mg/l, possono essere utili per la digestione.
Nell’acqua sono naturalmente presenti anche i nitrati, consentiti dalla normativa fino ad un massimo di 45 mg/l ma per i neonati è meglio scegliere acque con massimo 10 ml/l. I nitrati possono legarsi all’emoglobina del sangue bloccandone la capacità di trasportare ossigeno. Consumati in eccesso, possono causare una carenza di ossigeno in tutto l’organismo con gravi conseguenze.
Effervescente naturale
Se il contenuto in bicarbonato supera 250 mg/l, l’acqua risulta frizzante. In bocca si liberano bollicine di anidride carbonica che colpiscono le nostre papille gustative.
Le acque definite effervescenti naturali sgorgano frizzanti alla sorgente, tutte le altre sono gassate con anidride carbonica prima di essere imbottigliate.
In entrambi i casi danno l’impressione di dissetare di più, favoriscono la digestione e se bevute a stomaco vuoto tendono a ridurre l’appetito.
Scadenza
L’acqua conservata in bottiglie chiuse ermeticamente non perde la sua potabilità, ma la normativa impone di mettere comunque una data massima di consumo preceduta dalla frase “da consumare preferibilmente entro il…”.
Casomai qualche dubbio oltre la scadenza può derivare dalla stabilità della plastica di cui sono fatte le bottigliette o dalla capacità di rimanere ermetici di alcuni tappi.