Cinque domande sul litchi

Frutto esotico, dolce e profumato, è conosciuto anche come "ciliegia cinese" o uva del deserto"

Cos’è?
Il litchi, lychee in inglese, conosciuto anche come “ciliegia cinese” e “uva del deserto”, è il frutto dell’omonima pianta esotica, appartenente alla famiglia delle Sapindaceae, che può raggiungere altezze notevoli (anche 10-20 metri) ed è caratterizzata dalla presenza di lunghe foglie sempreverdi. Cina e India sono i maggiori produttori di questo frutto che cresce in grappoli e viene coltivato in quantità apprezzabili anche in Sud Africa, Thailandia, Madagascar. In Italia sono presenti soltanto alcune coltivazioni nel Meridione.

Come riconoscerlo?
Sebbene esistano diverse varietà di litchi, i frutti delle varietà più diffuse si presentano come grossi chicchi d’uva carnosi, di 3-4 centimetri, esternamente rivestiti da una capsula fibrosa rigida e ruvida con sfumature che variano dal rosa al rosso, ideali per dare una nota di colore alla tavola natalizia. La polpa bianca, traslucida, che è la parte edibile, contiene un unico seme allungato, liscio, color marrone. Il suo frutto matura in tardo autunno, quindi il momento ideale per consumarlo è da novembre a gennaio.

Che gusto ha?
Ha un profumo delicato e un sapore gradevole e dolce, simile a quello di una susina o dell’uva moscato, con note che richiamano quelle dei fiori, soprattutto la rosa. Si conserva a temperatura ambiente per alcuni giorni o nella parte meno fredda del frigorifero ma, per cogliere a pieno il suo gusto dolce e, insieme, acidulo, è consigliabile consumarlo entro una decina di giorni, per evitare che la polpa diventi troppo molle o con macchie marroni, segni di un frutto non più fresco.

Perché fa bene?
Piccolo, ma ricco di benefici. Ad alto contenuto zuccherino, con 65 calorie ogni 100 grammi, il litchi è un’ottima fonte di vitamina C, circa 70 mg di acido ascorbico ogni 100 grammi, un apporto simile agli agrumi: in media, il consumo di dieci litchi può soddisfare la richiesta quotidiana di vitamina C di un adulto. Privo di nichel e istamina, è ricco anche di vitamina B ed E, potassio, polifenoli con proprietà antiossidanti e fibre che stimolano i succhi gastrici e facilitano la digestione.

Come consumarlo?
Al naturale oppure come ingrediente di una macedonia più originale, di un drink a base di spumante o rum o come ingrediente per sorbetti – si sposa bene con il cocco -. Altrimenti, si gusta anche come dessert sciroppato, secondo la tradizione cinese, o si usa per preparare ricette dolci insieme ad altra frutta.
Sulla tavola della festa e delle occasioni speciali, può essere presentato in un cesto ben augurante con altra frutta esotica come ananas, cocco, mango, papaya, alchechengi, tamarindo, frutto della passione.

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