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Aspetta primavera, Bandini

Aspetta primavera, Bandini

Autore John Fante

Casa editrice Einaudi, 2016

Pagine 22

La valutazione del Circolo

Che emozione ci ha lasciato il libro?

In collaborazione con Circolo lettura sezione soci Campi Bisenzio

I Circoli di lettura sono una comunità di lettori che si ritrovano, una volta al mese, per scambiarsi opinioni e sensazioni su un libro la cui lettura, individuale, è stata decisa di comune accordo.

Trama

Siamo a Roklin in Colorado alla fine degli anni 20 del Novecento. Svevo Bandini è un immigrato di origini abruzzesi. Vive in America, in una casa che fatica a pagare, con sua moglie Maria e i loro tre figli, tra cui Arturo, un ragazzino. Svevo fa il muratore e d’inverno in quel luogo, con la neve e le basse temperature, è quasi impossibile lavorare. Le condizioni economiche della sua famiglia sono critiche.

Nella miseria, nella vergogna per le sue origini, Arturo vive la sua adolescenza tra i litigi familiari, i tentativi del padre di provvedere ai bisogni familiari e le umiliazioni che i suoi genitori sono costretti a patire ogni giorno.

La citazione degna di nota

Detestava la neve. Faceva il muratore e la neve gelava la calce tra i mattoni che posava.(pag.1)

La casa non era pagata. Era la sua nemica, quella casa. Aveva una voce e non smetteva mai di parlargli, come un pappagallo, ripetendogli all’infinito la stessa cosa. (pag. 8)

E così lui era italiano. Splendido. Solo l’anno prima aveva fatto un viaggio in Italia. Bella. Doveva sentirsi orgoglioso delle sue origini. Non sapeva anche lui che la culla della civiltà occidentale era proprio l’Italia. Aveva mai visto il Campo Santo, la cattedrale di San Pietro, gli affreschi di Michelangelo, l’azzurro del Mediterraneo? E la Riviera? No, non li aveva mai visti. (pag.145)

Le nostre riflessioni

Il romanzo ci ha presentato in modo realistico e sofferto uno spaccato di vita dei migranti italiani negli anni ’20 (fra l’altro anni di crisi economica).

La figura di Arturo per noi è emersa come esempio di adolescente insoddisfatto, sognatore, alterno nei sentimenti e nella volontà e che ancora si sente straniero nel paese in cui abita, e ci ha portato a fare alcune considerazioni su altri adolescenti: i migranti (anche di seconda generazione) che sono oggi nel nostro Paese e stentano a trovare un giusto inserimento nella società in cui vivono. Quali potrebbero essere, a tal proposito, gli interventi più utili e mirati?

Sulla stessa linea di riflessioni è compreso Sveso, manovale forte e prepotente, che ama la propria famiglia ma che cede di fronte a chi è più forte e lo illude per una volta di essere importante.

L’autore è riuscito comunque ad alternare momenti dolorosi e drammatici, come, per esempio, la sofferenza profonda e distruttrice di Maria per l’assenza del marito, ad altri più leggeri che ci hanno fatto sorridere come le considerazioni di Arturo circa la possibilità di andare all’inferno o in paradiso e la sua analisi sui vari tipi di peccato che potrebbe commettere (e qui viene messa in luce l’educazione cattolica nei suoi vari aspetti, anche i più discutibili). Divertente, ma quasi struggente nella sua infelicità, è stato anche l’episodio in cui Arturo a scuola fa una dichiarazione d’amore a Rosa, ma inavvertitamente si fa sentire da tutta la classe e dalla sua severa insegnante, suor Celia.

Il libro ci ha tenute strette alle sue pagine, ci è piaciuto molto perché è sincero e la scrittura è scorrevole. Ha aperto alla discussione su numerose tematiche sociali che evidenziano le grandi difficoltà delle classi più deboli ma anche la dignità e la speranza.

Lo consigliamo a...

A chi ha vissuto un’adolescenza difficile, ma ha sperato e creduto in un futuro migliore.
A chi ha amato i suoi genitori con i loro limiti e difetti.
A chi è sensibile alle problematiche sociali.

Le parole chiave del libro

Miseria

povertà

neve

sogni

futuro

speranza

primavera

famiglia