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Gli italiani secondo il Rapporto Coop

Idealisti e pragmatici nelle loro scelte di consumo. Questa la fotografia degli italiani che emerge dalla ricerca redatta dall’Ufficio Studi dell’Associazione Nazionale Cooperative di Consumatori (Ancc-Coop), con Nomisma

Il titolo di un film con Julia Roberts del 2010, Mangia, prega, ama, che raccontava l’evoluzione di una donna in cerca della vera se stessa, ci avvicina alla descrizione che fa del nostro Paese il Rapporto Coop – Consumi e stili di vita degli italiani di oggi e di domani, redatto dall’Ufficio Studi dell’Associazione Nazionale Cooperative di Consumatori (Ancc-Coop), con la collaborazione scientifica di Nomisma. Spazzati via l’ostentazione e il possesso, siamo diventati idealisti e pragmatici allo stesso tempo, almeno secondo la ricerca.

Se è vero, infatti, che nel 2024 la spesa complessiva delle famiglie italiane è cresciuta del +0,5% rispetto a cinque anni fa, oltre la metà è assorbita dalle spese obbligate. E mangiare è una di queste. Gli italiani intervistati lo fanno in casa propria prevalentemente. E infatti tornano nella sfera domestica i consumi (e le preparazioni) alimentari. Nei primi 6 mesi del 2025 la spesa per la ristorazione fuori casa cala del 2,2% rispetto al 2024 e 1 italiano su 3 vi rinuncerà ulteriormente nei mesi a venire.

Allo stesso tempo i carrelli della spesa, nei primi sei mesi del 2025, fanno registrare una crescita su base annua, rispettivamente, del +3,8% a valore e del +2% a volume. A fare da traino frutta e verdura e altri comparti del fresco. Negli ultimi 12 mesi i sostituti vegetali delle proteine animali sono cresciuti 10 volte di più delle carni.

Gli italiani sembrano non poter rinunciare più a un cibo salutare e 7 su 10 dichiarano di leggere abitualmente le etichette nutrizionali. In tavola troviamo quindi più frutta esotica, latte fermentato, pane, yogurt, olio, meno zucchero, meno sale e carboidrati. Soprattutto calano gli acquisti di cibi ultraprocessati: più compaiono additivi in etichetta e più diminuiscono le vendite.

Più in forma e più sani

Il cibo ha acquisito dunque nella percezione corrente una funzione di alleato della salute da perseguire ad ogni costo; la longevità si conquista a tavola, certo, ma non si disdegna nemmeno l’uso di farmaci ad hoc. Il 16% degli italiani ha già usato o sarebbe interessato a provare farmaci per il diabete che hanno anche un impatto diretto sul metabolismo e dunque tengono il peso sotto controllo. Ogni grammo conta e il controllo del peso che, quasi 1 italiano su 4 fa almeno una volta a settimana, può spiegare il vero e proprio boom di vendite delle bilance sia per la persona che per gli alimenti. Le prime registrano un aumento esponenziale nei primi sei mesi dell’anno, pari a oltre il 55% (ne sono state vendute oltre 432mila in più), le seconde si attestano su un +5,5%.

Il mantra della magrezza spiega anche l’altra grande passione degli italiani, ovvero la dieta iperproteica, che già coinvolge il 17% della popolazione, con le vendite dei sostituti vegetali della carne in crescita del 20,9% (10 volte di più delle carni stesse), seguiti da uova (+7,8%) e legumi (+5,0%).

Mens sana…

Ma oltre che vivere a lungo, gli italiani vogliono farlo bene. Per tornare al film con Julia Roberts – che cerca di guarire la propria tristezza, praticando le discipline orientali -, oltre al corpo occorre nutrire lo spirito, e infatti gli italiani sembrano affrontare un profondo cambiamento nel loro sistema valoriale: si autorappresentano guidati da valori di onestà (50%), rispetto (46%) e molto meno interessati alla ricchezza (10%), successo sociale e carriera (ex-equo al 7%). Dopo anni di spinta laicista, riemerge l’importanza della religione nel nostro Paese più che nel resto d’Europa, e più in generale il ricorso a percorsi di spiritualità; ammette di averli intrapresi o di avere intenzione di farlo il 45% degli italiani, soprattutto uomini e under 35.

Sembra andare in questa direzione anche il dato sugli acquisti di smartphone, che si riducono di 2 milioni di unità rispetto al 2022. Più vita reale, meno digitale?

Il Rapporto Coop

È il risultato di due diverse indagini svolte nella seconda parte dello scorso mese di agosto. La prima ha coinvolto un campione di 1000 italiani rappresentativo della popolazione over 18 (18-65 anni). La seconda si è rivolta alla community del sito di italiani.coop, coinvolgendo 900 opinion leader e addetti ai lavori fra amministratori delegati, imprenditori, liberi professionisti e consulenti.

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