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La notte sopra Teheran

La notte sopra Teheran

Autore Pegah Moshir Pour

Casa editrice Garzanti, 2024

Pagine 240

La valutazione del Circolo

Che emozione ci ha lasciato il libro?

In collaborazione con Circolo di lettura Sezione Soci Fucecchio

I Circoli di lettura sono una comunità di lettori che si ritrovano, una volta al mese, per scambiarsi opinioni e sensazioni su un libro la cui lettura, individuale, è stata decisa di comune accordo.

Trama

Piano piano, nel mio cuore hai costruito una casa. Le note di questa canzone si mischiano al profumo di tè chai che si diffonde nella casa di una famiglia che non riesce a smettere di sorridere. Perché è nata Pegah. «È una femmina.» L’infermiera lo ripete perché forse non hanno capito bene: come si fa a essere felici di avere una figlia femmina a Teheran? Ma il papà stringe al petto la sua bambina e le promette che farà di ogni luogo del mondo una casa accogliente per lei. Pegah dovrà essere una bambina felice. Ma è impossibile in un paese che non rispetta la libertà di donne e ragazze. Per questo, la famiglia decide di trasferirsi in Italia.

Ma Pegah non vuole. Non vuole separarsi da sua cugina Setareh. Eppure, è proprio in Italia che Pegah inizia a conoscere meglio l’Iran. Ascoltando le storie di famiglia e quelle di sua cugina, con cui non ha mai smesso di parlare. La vita in Iran per le donne diventa sempre più pericolosa. E quando Pegah perde le tracce di Setareh, capisce che c’è qualcosa che non va. Forse deve mettersi in viaggio e andare a cercarla. Deve riportarla a casa.

Pegah Moshir Pour sta facendo parlare di sé tutto il mondo. Con la sua voce, tanto dolce quanto potente, tiene vivo in Italia il dibattito sui diritti delle donne iraniane. Questo romanzo nasce dalla sua storia personale. La notte sopra Teheran ci trascina così vicino al cuore della sua autrice che chiunque lo leggerà potrà giurare di aver sentito l’odore caldo del tè chai.

Le nostre riflessioni

La notte sopra Teheran” di Pegah Moshir Pour non è solo un libro, è un’esperienza che ti prende e ti fa entrare nel suo mondo fin dalle prime pagine. Questa è una di quelle letture che ti portano lontano, un racconto molto personale dell’autrice che si rivela fin da subito un gioiellino. È scritto molto bene e si legge molto bene, scorre che è un piacere, senza mai appesantire. Quello che ci ha colpite di più è come l’autrice riesca a comunicare la cruda realtà senza mai dilungarsi troppo in descrizioni esplicite delle “brutture”; non si addentra troppo nelle brutture descrivendole ma le fa capire benissimo, e questo rende il tutto ancora più potente, quasi intimo. Non ha bisogno di shockare, ti fa riflettere con una delicatezza disarmante.

Il libro inizia con la descrizione della vita in Iran, e già qui ci fa riflettere su quanto siamo diversi. Ci porta a riflettere su come anche la vita quotidiana e la cultura siano diverse dalle nostre, aprendoci gli occhi su un mondo che per molti è ancora sconosciuto. Ci dà uno spaccato molto vivo anche su come sono le case o gli arredamenti iraniani, e questo aiuta tantissimo a immergersi nella storia, a sentirti lì, in quelle stanze, tra quelle persone.

E poi c’è lei, l’autrice-protagonista. Fin da giovane, la protagonista capisce che il modo di essere imposto le sta stretto, si sente ingabbiata. E la cosa ti arriva dritta al cuore, perché sente la pressione esercitata sulle donne e te la fa sentire anche a te, in ogni riga. È un grido silenzioso ma potentissimo per la libertà e l’autodeterminazione. Insomma, “La notte sopra Teheran” è un libro da leggere. Ti apre gli occhi, ti commuove e ti fa riflettere, il tutto con uno stile leggero ma profondo.

Lo consigliamo a...

A chi è appassionato di autobiografie e storie vere.

A chi è interessato alle tematiche dell’immigrazione e dell’integrazione.

A chi vuole comprendere meglio l’Iran contemporaneo.

A lettori che cercano libri che ispirino l’attivismo e la difesa dei diritti.

A chiunque voglia ampliare i propri orizzonti.

Le parole chiave del libro

Infanzia

integrazione

politica

Iran

Italia

diversità

cittadinanza

esperienze

diritti umani

attivismo