Brutta. Storia di un corpo come tanti

Mercoledì 16 aprile, al Teatro San Girolamo di Lucca, alle ore 21 lo spettacolo "Brutta. Storia di un corpo come tanti. Ingresso gratuito

Mercoledì 16 aprile, al Teatro San Girolamo a Lucca, doppio appuntamento, la mattina riservato alle scuole (per informazioni sui posti ancora disponibili e su modalità e tempi di svolgimento contattare La Città delle Donne ODV al numero 3337392610 o inviare email a cittàdelledonne.lucca@gmail.com), e la sera alle ore 21 aperto a tutti, per lo spettacolo “Brutta. Storia di Un Corpo Come Tanti”, di Giulia Blasi, con Cristiana Vaccaro, regia di Francesco Zecca.

Lo spettacolo apre una nuova stagione di appuntamenti intitolata “Universi femminili” promossa dalla associazione La Città delle Donne ODV in collaborazione con Anteas, AVIS, Sezione Soci Coop Lucca, SPI CGIL e Coordinamento Donne SPIC GIL Provincia di Lucca e realizzati grazie al contributo della Fondazione Cassa di Risparmio.

Lo spettacolo serale, ad ingresso gratuito, sarà seguito da un breve talk in cui l’autrice del testo Giulia Blasi e l’attrice Cristiana Vaccaro incontreranno il pubblico presente in sala per un confronto sui temi dello spettacolo e sulla attualità dell’impegno per il contrasto agli stereotipi di genere e alle discriminazioni.

E’ possibile riservare i posti utilizzando il link di prenotazione presente sui social de La Città delle Donne ODV o inviando email a cittadelledonne.lucca@gmail.com

Lo spettacolo

Perché mai un uomo ha il permesso di “essere brutto” – magari calvo, con un naso prominente, occhi sporgenti… – mentre alle donne sembra richiesto di rispettare precisi canoni estetici e di apparire sempre giovani e attraenti? È una domanda per la quale non abbiamo una risposta soddisfacente.

Una donna nasce, cresce e spesso passa tutta la vita a tenersi alla larga dall’essere identificata come “brutta”: è la storia raccontata da Giulia Blasi nel successo letterario edito da Rizzoli e trasformato in un avvincente e divertente adattamento teatrale da Cristiana Vaccaro con la regia di Francesco Zecca.

“Brutta – Storia di Un Corpo Come Tanti”  è un racconto tutto d’un fiato, un monologo esilarante per tutte e per tutti, a metà tra ferocia e risata. La storia della protagonista dall’infanzia alla prima adolescenza, dai vent’anni all’età in cui comincia l’invecchiamento. La storia del suo corpo: un corpo che va nel mondo con la consapevolezza della quantità di spazio che può occupare e di attenzione che può pretendere in ragione di come viene etichettato.

Interpreti e regista

Cristiana Vaccaro – Attrice diplomata all’Accademia d’Arte Drammatica Silvio D’Amico di Roma, protagonista di commedie teatrali in tour nazionali di successo (con Giuseppe Zeno, Gabriele Pignotta, …) nota per la serie tv Un medico in famiglia, co-fondatrice della Compagnia Circo Bordeaux e dell’omonima scuola insieme a Michele Riondino. Co-ideatrice del progetto U.G.O., punto di riferimento della scena romana per la scrittura comica delle donne, dove nasce la collaborazione con Giulia Blasi. A teatro ha collaborato con Michela Andreozzi e Massimiliano Bruno, al cinema ha lavorato con Matteo Garrone e Aurelio Grimaldi

Giulia Blasi – Scrittrice, formatrice e giornalista, molto attiva su tematiche di genere e diritti civili. Ha pubblicato Nudo d’uomo con calzino (Einaudi 2009), Il mondo prima che arrivassi tu e Siamo ancora tutti vivi (Mondadori 2010, 2013), Manuale per ragazze rivoluzionarie (Rizzoli 2018), Rivoluzione Z (Rizzoli 2020). e Brutta. Storia di un corpo come tanti (Rizzoli 2021). www.giuliablasi.it

Francesco Zecca – Attore e regista. Si diploma presso Il Centro Internazionale la Cometa di Roma, collabora da subito con N. Karpov, F. Albanese, D. Mamadou, A.Woodhouse e J. Stanzak della Compagnia di Pina Bausch. Lavora tra gli altri con Emma Dante, Roberta Nicolai e Fabiana Iacozzilli. Incontra Lucrezia Lante della Rovere con la quale inizia un lungo e intenso percorso di collaborazione. La dirige nel loro adattamento di Malamore di Concita De Gregorio, L’uomo dal fiore in bocca di L. Pirandello e nell’iconico Io sono Misia, l’ape regina dei geni.

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