Trama
Nell’agosto del 1978 in una piccola città della Sicilia, Polizzi, la vita di Alice, prende una svolta inaspettata: una figura elegante e dal carattere eccentrico, presentandosi all’improvviso come “zia” Irene, fa il suo ingresso nella dimora della bimba e dei suoi genitori. Alice non lo sa, ma questo incontro segnerà in modo radicale il suo destino. Sarà infatti proprio Irene, imprevedibilmente, a consegnarle dodici anni dopo la chiave che le consentirà di conoscere davvero se stessa e di nutrire il sogno che custodisce fin da piccola: fare l’attrice.
La citazione degna di nota
«Chi impara a inventare storie da piccolo non smette per tutta la vita, e lo sai perché?»
«No».
«Perché è la forza che ci fa vivere».
Le nostre riflessioni
È un romanzo che scorre bene, la scrittura è lineare, ma non ci ha appassionato. La trama sembra “forzata” e i vari personaggi, in particolare la protagonista Alice, un po’ sopra le righe. Il finale poi l’abbiamo trovato assolutamente inaspettato ed improponibile, l’autore ha liquidato l’intreccio del romanzo in quattro pagine.
Il libro non ci è piaciuto molto, risulta un po’ banale, poco profondo con una trama un po’ stiracchiata, una sorta di romanzo rosa inserito nella struttura di una fiaba con la protagonista che, a partire da una situazione di difficoltà e disagio iniziale, riesce alla fine a realizzare tutti i suoi sogni. Già pronto per una trasposizione cinematografica. I personaggi sono troppo stigmatizzati (vedi la mamma che è veramente esagerata nei suoi tratti ottusi), in alcune parti veramente un po’ scontato. Qualcuno di noi ha apprezzato le emozioni descritte, ma non bastano a salvare il romanzo.