È tempo di vacanze e l’età avanzata non rappresenta un motivo per rinunciarvi. Ma il passare del tempo può portare acciacchi che hanno bisogno di rimedi. Per partire tranquilli, abbiamo chiesto aiuto al professor Stefano Fumagalli, Unità di Terapia intensiva geriatrica dell’Università degli Studi di Firenze.
Molte malattie, tanti farmaci?
Essere anziani porta ad avere più patologie “croniche”. Sotto i 65 anni di età, il 45% delle persone ha due o più malattie; sopra gli 85 anni, addirittura l’85%. Fra i pazienti anziani è possibile trovare anche sei patologie associate: fra queste, le più frequenti sono l’ipertensione, la coronaropatia, la fibrillazione atriale, l’insufficienza renale, il diabete e la broncopneumopatia cronica. A queste corrisponde un grande “carico” di farmaci.
Quanto è importante attenersi alle prescrizioni?
Almeno il 50% degli over 65 anni dice di essersi dimenticato un farmaco in occasione di un cambio nella “routine” quotidiana. Per gestire in modo ottimale la terapia occorre, aiutati dal medico, semplificare gli schemi di trattamento con gli orari delle terapie e ridurre il numero delle prescrizioni a quelle “veramente” essenziali. Le medicine dovrebbero essere portate nelle confezioni originali, così da rendere minime le possibilità di confondersi. Controllare, poi, di avere con sé farmaci non vicini alla data di scadenza.
Per i farmaci iniettivi utilizzare una borsa termica nel viaggio. Se si assumono anticoagulanti orali o altri farmaci per i quali è necessario un controllo, informarsi se nella località di vacanza sono presenti laboratori o farmacie dove potersi recare in caso di necessità. Fare molta attenzione ai farmaci salvavita. Nel caso dell’ipertensione arteriosa, già dopo due giorni di mancata assunzione del trattamento, i valori pressori cominciano ad aumentare. Ma ci sono delle eccezioni: ad esempio, il caldo favorisce la disidratazione e, per questo, la terapia diuretica potrebbe essere stata ridotta. Ricordarsi però di misurare la pressione arteriosa e di verificare spesso il peso corporeo.
E se in vacanza viene mal di testa?
In caso di necessità di un antidolorifico, ci si deve ricordare che gli antinfiammatori non steroidei, spesso protagonisti delle pubblicità televisive, non sono ideali in soggetti anziani, soprattutto nell’uso prolungato. Alcune ricerche evidenziano che il 70% di questi pazienti ne fa un uso non appropriato. Il blocco, prodotto dalla terapia, nella sintesi di alcune sostanze “protettrici”, le prostaglandine, favorisce infatti un aumento importante della vasocostrizione a livello del rene e il rischio di alterazioni della mucosa intestinale. Quindi, nell’attesa di un consulto del medico, meglio prendere il paracetamolo, molecola più sicura in assenza di epatopatie gravi.
E se il nostro vacanziere non riesce a dormire?
L’insonnia può verificarsi in soggetti anziani per la presenza di ambienti e di ritmi quotidiani diversi. L’ideale sarebbe ricostituire, anche in vacanza, un’atmosfera e un ambiente simili a quelli familiari. Dal punto di vista farmacologico, le benzodiazepine, se non prese anche a casa, possono avere effetti clinicamente sfavorevoli e, in alcune circostanze, drammatici.
Si parla di un vero e proprio effetto “paradosso”, per fortuna transitorio, caratterizzato da “delirio”, in cui il paziente perde ogni rapporto con la sua persona, e con il tempo e lo spazio che lo circondano. Le benzodiazepine sono responsabili del 30% dei casi di “delirio” nei soggetti che non hanno alterazioni del profilo cognitivo. Molti degli altri psicofarmaci possono dare manifestazioni analoghe.
Salute per tutti
Di anziani in vacanza si è parlato a Firenze lo scorso 14 giugno nel ciclo di incontri aperto alla città “Una salute per tutti. Tutti per la salute”, organizzato dal dipartimento Neurofarba dell’Università di Firenze. Prossimo appuntamento il 20 settembre alle 16 nell’Aula Magna di Careggi con la conferenza “Il paziente protagonista delle decisioni che lo riguardano”.